Luigi Di Maio, il sospetto sull’identità della “manina”: è il capo gabinetto di Tria

Che ci sia stata o meno la “manina” che ha inserito un condono penale tra le riga della pace fiscale, al popolo grillino poco importa. La caccia all’identità del “traditore” è partita pochi secondi dopo la denuncia di Luigi Di Maio a Porta a porta da Bruno Vespa. Un nome e cognome a dirla tutta sarebbe stato già trovato, secondo un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale, anzi è stato proprio Di Maio a disegnarne l’identikit ai suoi fedelissimi.

La figura tratteggiata da Giggino farebbe venire gli incubi anche ai più scettici. Il personaggio che avrebbe manomesso la manovra è “una via di mezzo tra Belzebù e e la Pantera rosa” e risponde al nome di Roberto Garofoli, il capo di gabinetto del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Garofali torna spesso nelle evocazioni complottiste dei grillini, è il personaggio perfetto per addossarsi tutte le colpe, dalla fame nel mondo all’analfabetismo funzionale di chi non ha capito il decreto che stava leggendo. Un capro espiatorio in fondo va pur sempre trovato.

 

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