Salvini contro le toghe “rosse”: “Perché l’Anm non interviene?”

“Osservo quanto accade attorno a Riace: il sindaco è ai domiciliari e invita i giornalisti a casa come se nulla fosse, Magistratura Democratica accusa chi ha messo in dubbio il sistema di accoglienza (e quindi anche il pm), da sinistra attaccano l’inchiesta ma le verifiche del Viminale partirono col governo del Pd.

E nessuno richiama il rispetto delle regole o difende il pubblico ministero, nemmeno l’Anm! Si mettano tutti il cuore in pace: con me l’immigrazione di massa non sarà più un affare, la pacchia è finita”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è un fiume in piena. Non ci sta a passare come razzista. E denuncia le storture di un circolo mediatico-giudiziario che stanno attorno al caso della cittadina calabrese.

Ieri, oltre all’Anpi, anche l’Anm è scesa in campo contro di lui. “Con le vicende delle navi Aquarius e Diciotti, il nostro Paese ha simbolicamente impresso una forte accelerazione al progetto di chiudersi nelle frontiere “emotive” del rifiuto e della paura, contribuendo al processo di disgregazione dell’Europa unita basato sulla riscoperta della sovranità nazionale e la sacralizzazione dei confini, e relegando chi si trova al di fuori di questi confini ad una umanità di seconda classe”, ha spiegato in una Magistratura Democratica (la tradizionale corrente di sinistra di giudici e pm). Che poi ha proseguito: “Il Paese ha così intrapreso un nuovo percorso che ci allontana dalla nostra identità costituzionale ed europea, fondata sul primato della persona e dei suoi diritti fondamentali. Decretando oggi la fine del modello di integrazione e di pacifica convivenza rappresentato da Riace, questo percorso prosegue verso il rifiuto dell’idea e del progetto di “comunità” che la nostra Costituzione costruisce sulla forza unificante dei principi di pari dignità, di eguaglianza e di solidarietà. I cambiamenti irreversibili dell’identità democratica di un Paese e della sua collettività si avviano nell’assuefazione inconsapevole e silenziosa ai gesti di rottura con i suoi valori fondanti e con il vincolo sociale che nasce dalla loro condivisione. Riteniamo per questo che sia oggi un dovere di tutti far sentire la propria voce e riaffermare il forte senso di appartenenza a quel progetto di società basato sull’eguaglianza emancipatrice e sulla solidarietà fra tutti gli individui che ci ha consegnato la nostra Costituzione”.

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