Arriva “l’esercito anti-furbetti” dell’Inps. 2000 nuovi dipendenti con una missione speciale, ecco quale

Il Documento di Economia e Finanza varato dal governo prevede alcune novità che hanno catalizzato l’attenzione. In particolare si tratta del superamento della Legge Fornero con introduzione della quota 100, e il reddito di cittadinanza.

Quest’ultimo in modo particolare, se da una parte è stato accolto con favore (in quanto cavallo di battaglia 5 Stelle e pilastro del contratto di governo gialloverde), d’altra parte ha suscitato polemiche non indifferenti.

Un aspetto è quello dell’assistenzialismo, cioè il governo viene accusato di non prendere misure che incentivino il lavoro ma che favoriscano i nullafacenti. Tra i principali sostenitori di questa critica, Forza Italia, ad esempio. Anche se Berlusconi in precedenza aveva parlato più che positivamente del reddito di cittadinanza.

Un altro aspetto della polemica è legato al timore che il reddito minimo finisca in tasca ai furbetti: a chi ha un lavoro in nero per avere una doppia entrata, per esempio. Per evitare imbrogli di questo tipo e per vigilare sulla corretta applicazione della quota 100, l’Inps sta creando un esercito di 2000 impiegati che avranno la missione di vigilare su questi aspetti, un vero “esercito anti-furbetti”.

Sarebbe questo il piano che sta studiando il governo per rafforzare l’organico dell’istituto di previdenza sociale che dovrebbe poi gestire il “traffico” delle nuove procedure per accedere all’uscita anticipata a 62 anni col nuovo sistema previdenziale e per ottenere il reddito minimo.

Come riporta l’HuffPost, l’esecutivo starebbe pensando di portare il bando Inps per l’assunzione di personale da 967 posti a 2000. Quella del governo è una corsa contro il tempo.

Qualche mugugno è già arrivato per lo slittamento di Quota 100 e reddito di cittadinanza ad aprile, un ulteriore rinvio per carenza di personale potrebbe costare caro alla maggioranza che guarda alle elezioni europee di maggio 2019. Di fatto i nuovi dipendenti verrebbero preparati proprio sul fronte delle due misure da attuare. Ma dietro questa mossa c’è anche un retroscena.

Infatti il mandato di Tito Boeri alla guida dell’istituto di previdenza sociale va in scadenza a febbraio. Il governo punta ad avere una sorta di “controllo” sull’iter dei due provvedimenti che di fatto costituiscono la spina dorsale del Def contestato dall’Europa, dall’Fmi e dallo stesso Boeri. Insomma la battaglia per l’Inps è appena cominciata.

Senz’altro il reddito di cittadinanza è una misura coraggiosa, che richiederà tempo per entrare a regime senza problemi. Rimane apprezzabile l’impegno del governo per prendere i provvedimenti necessari affinché questo avvenga nel minor tempo possibile e le cose funzionino come dovuto.

Fonte: Il Giornale

 

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