Blitz nel campo rom de La Barbuta: sequestri connessi al traffico di rifiuti tossici

Continua la stretta sui campi rom della Capitale. È scattato stamattina il blitz della Polizia Locale e Provinciale nell’insediamento de La Barbuta, periferia sud di Roma, che secondo il piano per il superamento dei campi messo a punto dal Campidoglio dovrà chiudere i battenti entro il 2020.

All’ingresso della baraccopoli sono state predisposte barriere e posti di blocco. I vigli hanno bloccato il traffico veicolare in accesso al campo, salvo casi di comprovata emergenza. Gli agenti, circa 100 quelli impegnati nell’operazione assieme a 40 autopattuglie, stanno effettuando controlli a tappeto sui veicoli presenti all’interno dell’insediamento.

Dalle prime informazioni, diramate dall’Ugl Polizia Locale, sono in corso sequestri connessi a reati ambientali e traffico di rifiuti tossici. L’insediamento, infatti, è tristemente noto per l’attività di incenerimento dei rifiuti, che vengono raccolti dai nomadi e ammassati illegalmente all’esterno delle baracche. I fumi che vengono sprigionati dai roghi (guarda il video), oltre che arrecare danno alla popolazione che vive nei quartieri limitrofi, costretta a respirarne quotidianamente i miasmi, hanno spesso causato anche l’interruzione dei voli nell’aeroporto internazionale di Ciampino, che confina con l’accampamento.

L’ultimo rogo, in ordine di tempo, si è sviluppato ieri sera. A denunciarlo, con una nota, il senatore del M5S Emanuele Dessì, che ha chiesto “interventi urgenti ed efficaci” per contrastare il fenomeno.

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