Palermo, 30enne italiana brutalmente stuprata da un tunisino. Giudice choc: “Non sa controllare gli istinti”

PALERMO – Trentenne italiana stuprata da un immigrato , purtroppo con la cittadinanza italiana grazie alle leggi buoniste italiane, nei parcheggi fuori dalla discoteca. Una violenza brutale come conferma l’analisi choc dei medici: “Lesioni dovute ai reiterati tentativi della vittima di sottrarsi alla violenza”. Secondo il Giudice per gli esami preliminari la bestia “non è capace di controllare ogni genere di istinti”, dunque un animale.

Adesso che le manette sono scattate ai suoi polsi Khemais Lausgi, un cittadino italiano di origini tunisine conosciuto in giro con il soprannome di Gabriele Alì “il turco” e ben noto alle forze dell’ordine come il “re della cocaina allo Zen”, dovrà rispondere del brutale stupro di una trentenne palermitana.

I fatti risalgono al 19 novembre scorso, ma i carabinieri della compagnia di Partinico sono riusciti ad arrestare solo oggi l’immigrato trentenne che ora risulta indiziato del reato di violenza sessuale.

La violenza è stata brutale. Lo provano gli esami dei medici che hanno soccorso la giovane dopo essere stata barbaramente violentata fuori dalla Mob Disco Theatre, una discoteca di Villagrazia di Carini. E lo prova pure l’ordine di carcerazione emesso dal gip Filippo Lo Presti in cui Lausgi viene definito “incapace di controllare ogni genere di istinti” e dalla “impressionante spregiudicatezza”. Secondo la ricostruzione della procura di Palermo, che in questi mesi ha portato avanti le indagini, Khemais Lausgi avrebbe approfittato del “gravissimo stordimento dovuto all’assunzione di alcool e droga”, in cui versava l’italiana, e, spalleggiato da altre cinque belve che si trovavano insieme a lui, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali completi, procurandole lesioni dovute ai reiterati tentativi della vittima di sottrarsi alla violenza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’aggressione si sarebbe consumata nel parcheggio della discoteca di Villagrazia di Carini tra le 4 e le 8,30 della mattina del 19 novembre dell’anno scorso.

Dopo che il branco l’aveva lasciata a terra semi svestita, la ragazza si era fatta dare un passaggio da alcuni sconosciuti e aveva raggiunto Balestrate, un paesino vicino a Palermo dove era in corso un “after party” al quale stavano partecipando alcuni amici. In stato confusionale e con i vestiti strappati, era stata soccorsa e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale. Determinante per il buon esito dell’attività di indagine l’esito degli accertamenti effettuati dal Reparto di Investigazione Scientifiche: il profilo genetico riscontrato sia sugli indumenti intimi che sul corpo della donna sarebbe compatibile con quello dell’indagato.

Come ricorda Palermo Today, Lausgi è il “ras” della cocaina allo Zen di Palermo. Nel 2015 le Fiamme Gialle gli avevano sequestrato da cinque auto, due appartamenti e una villa. Un “impero” da circa 600mila euro che, secondo le accuse della procura di Palermo, il tunisino avrebbe messo con assegni circolari emessi da banche diverse che gli erano serviti a riciclare il denaro incassato dalla vendita della droga. L’anno dopo l’immigrato era poi rimasto ferito gravemente durante un vero e propri regolamento di conti tra spacciatori locali.

Con fonte Il Giornale

 

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