Alessandro Sallusti a Matteo Salvini: “Condanna folla, ma come puoi appoggiare il giustizialismo M5s?”

“Che giustizia è quella che non si pone il problema, applicando le leggi, dell’esistenza in vita di un partito che rappresenta milioni e milioni di cittadini, cioè della democrazia?”. Apre così Allessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, l’editoriale di venerdì 7 settembre, un commento sulla sentenza del Riesame che ha condannato la Lega a pagare oltre 49 milioni di euro per la questione dei rimborsi fiscali. “Non c’è dubbio che, se la vecchia dirigenza del partito (i fatti contestati risalgono alla gestione Bossi-Belsito) ha sbagliato o, peggio, truffato, debba pagare. Ma che c’entrano il presente e il futuro?”. Insomma, la critica di Sallusti alla condanna è netta.

Il direttore, però, mette poi nel mirino l’alleanza gialloverde, quel governo Lega-M5s che guarda con sospetto per la componente grillina. Sallusti coglie l’occasione della sentenza per chiedere alla Lega “come possa appoggiare le manie giustizionaliste dei colleghi Cinquestelle” e approvare – ciò che è accaduto poche ore fa con il ddl anticorruzione – “un decreto che sembra scritto da Robespierre e che consegna ancora di più la vita degli imprenditori (e della politica) nelle mani, non necessariamente pulite, dei magistrati”. Tra i riferimenti del giornalista, il Daspo per i tangentisti, per il quale d’ora in poi chi è condannato in via definitiva per corruzione non può più stipulare accordi con la Pubblica amministrazione. Chiaro il messaggio di Sallusti: come può un partito (la Lega) che ad oggi appare perseguitato dalla magistratura collaborare con un Movimento giustizialista?

 

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