Immigrati, ponti e tasse. La versione di Salvini

Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump, è pronto a creare una fondazione anti-Soros. L’idea non poteva non allettare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ora abbraccia l’ipotesi di interessare il governo per aderire al nuovo movimento e contrastare, grazie all’intuizione dell’esponente della destra americana, il principale finanziatore delle Ong.

Il tutto mentre nave Diciotti della Guardia costiera è ancora in mare con a bordo 177 migranti.

Per il ministro dell’Interno i porti restano chiusi. «Se l’Europa non ci verrà incontro annuncia inizieremo a riportare la gente in Libia».

Lo ha raccontato al Giornale nel pomeriggio di ieri, a Viareggio, dove ad accoglierlo c’erano 650 militanti della Lega.

Ministro, la Diciotti naviga ancora al largo delle coste italiane. Che intende fare?

«Siamo alle carte bollate con Malta, c’è un aggiornamento di ora in ora, ma siccome il porto lo devo dare io, lo do soltanto se l’Europa si fa carico di tutti questi soggetti, consapevole del fatto che l’unica soluzione che non è in linea con le normative è di riaccompagnarli in un porto libico. Se saremo costretti a farlo lo faremo, nonostante tutto. Li soccorreremo, li nutriremo e poi li riaccompagneremo in Libia».

La riduzione dei flussi migratori è solo uno dei suoi tanti successi. Perché la gente la segue così tanto?

«Molto umilmente tutto ciò è dovuto agli errori degli altri, perché gli italiani non ne potevano più di Renzi, di Monti, di Gentiloni e della Boschi e perché in due mesi abbiamo dimostrato senza bacchette magiche che dalle parole siamo passati ai fatti. Da 97mila migranti dello scorso anno siamo arrivati a 19mila e quindi 80mila in meno e ciò vuol dire che volere è potere. Sicuramente la gente apprezza il coraggio e la coerenza».

Tornando alla Libia, come stanno procedendo gli accordi con quel Paese?

«I francesi continuano a intromettersi per interessi economici nazionali e per semplice egoismo. Hanno fatto disastri ai tempi di Gheddafi e stanno provando adesso con Macron a portare avanti la stessa linea, fissando date delle elezioni senza coinvolgere nessuno. Noi ci stiamo affidando all’Onu, l’incontro con Trump è affidato all’Italia. Vogliamo accompagnare i libici che però devono essere gli unici che devono decidere su come e quando votare. Dire in un Paese ancora diviso e bombardato si vota il 10 dicembre è una cosa grave, pericolosa, da arroganti colonialisti quali i ministri francesi son rimasti».

L’ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, ha detto in una recente intervista che sta per creare una fondazione anti-Soros. Che ne pensa?

«Mi iscrivo, anzi, sono uno dei promotori perché penso che Soros sia una persona assolutamente negativa e che sta finanziando con centinaia di milioni di euro la dissoluzione della civiltà occidentale. Per cui rido quando la stampa italiana cerca gli hacker o i finanziatori russi. Qua c’è gente che alla luce del sole finanzia l’immigrazione di massa e la cancellazione delle nostre tradizioni, quindi non escludo come ministro che proporrò al governo di intervenire in questo senso, rispettando libertà e diritti. Se uno pensa di venire in casa mia dettando legge e cancellando la mia cultura ha sbagliato a capire. Non prenderei neanche un caffè con quel personaggio lì che, invece, so che altri hanno incontrato e osannato».

Parliamo del disastro di Genova. Davvero ritirerete la concessione ad Autostrade spa?

«Abbiamo cominciato l’iter, siamo liberi, non condizionati, non dobbiamo rendere favori a nessuno come magari qualcun altro».

Quindi in futuro sarà lo Stato a gestire la rete autostradale?

«Ci son diverse soluzioni e le stiamo valutando. Quanto ai pedaggi da eliminare, è qualcosa che se fossi stato in società Autostrade a Genova e provincia avrei fatto mezz’ora dopo per dignità, coerenza e buon gusto. Ci sono altri Paesi europei, sia membri che no, che hanno una gestione diversa delle autostrade e quindi questa tragedia può essere anche l’occasione di rivedere il rapporto tra pubblico e privato. Il procuratore di Genova ha detto che il pubblico ha abdicato al suo ruolo di controllore non so se per incapacità o per convenienza, però sicuramente niente rimarrà come prima».

Abbiamo visto il grande lavoro dei vigili del fuoco a Genova. C’è un piano per nuove assunzioni?

«Abbiamo visto come hanno operato a Genova, senza sosta, in simbiosi con i loro cani, con impegno straordinario. C’era un piano per assumere 1.500 vigili del fuoco in 5 anni. Noi ne assumeremo 1.500 in uno».

Ultimamente non sembra essere molto simpatico ai rapper. Lo sa che ieri sera Fedez ha fatto un concerto al Twiga, nonostante il giorno di lutto nazionale e che era nel suo stesso albergo?

«Non l’ho beccato in ascensore, ci saremmo fatti un bel duetto. Non sono fortunato questa estate con alcuni presunti cantanti».

L’altro ieri sera è stato a cena da Andrea Bocelli. Che vi siete detti?

«È stata una cena sobria, tranquillissima, molto bella perché ho sempre ammirato da video o cd questo straordinario cantante e parlare di cultura, musica, arte, tv e politica con una persona di questo spessore è stata una serata ben spesa».

Parliamo di politica. Come va il rapporto coi 5 stelle?

«È positivo, venendo da storie diverse e obiettivi diversi, però in questi mesi sono soddisfatto dei risultati raggiunti. Con Toninelli in particolare lavoro bene e in sintonia. Poi il banco di prova sarà la manovra economica, con l’appuntamento su tasse, fisco, eccetera».

Però ultimamente ha avuto qualche contrasto col ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, sulla storia della leva obbligatoria. Pensa di riuscire a convincerla?

«Al Consiglio dei ministri gliel’ho ributtata lì e le ho detto: Ma pensa quanto sarebbe importante, in caso di calamità o disastri avere ragazzi già istruiti con nozioni di pronto soccorso, protezione civile, eccetera. Io continuo a lavorarci, lei ha detto che è un’idea romantica, a me piacciono le cose romantiche. La vedo in maniera diversa. Secondo me i ragazzi italiani vorrebbero farlo, avrebbero voglia di essere messi alla prova. Certo, non alla vecchia maniera. Non demordo».

Ha già in mente una squadra per le prossime europee?

«Ce l’ho in testa. Oggi siamo rappresentati dalla Mogherini. È tutto un dire. Nomineremo un commissario che si occupi di soldi, industria, economia o agricoltura e che difenda il diritto al lavoro di 60 milioni di italiani che l’Europa sta massacrando sistematicamente».

Lei fa il vicepremier, il ministro, il segretario della Lega. Qual è il ruolo che le piace di più?

«Sono strafelice di fare quel che sto facendo, ovvero un ministro che garantisce la difesa degli italiani. Il segretario della Lega lo faccio e lo rifaccio e lo rifaccio ancora. Ma il mestiere più bello del mondo è quello di papà».

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