Facile, cattiva e omicida. L’eroina del futuro minaccia stragi in Italia

Gli esperti dell’antidroga sono sicuri: il Fentanyl e i suoi derivati stanno per invadere l’Europa e l’Italia.

Lo sanno perché in tale campo i fenomeni registrati negli Stati Uniti, anche se con alcuni anni di ritardo, arrivano sempre da noi. Così è stato, ed esempio, per le amfetamine così sarà per questo farmaco analgesico oppioide sintetico. In Nord America l’abuso di oppiacei è una «emergenza nazionale», come l’ha definita il presidente Trump, con 20mila morti nel 2016 per overdose solo da Fentanyl. La cattiva notizia: si tratta di una sostanza 80-100 volte più potente della morfina e 25-40 più dell’eroina. Quella buona: le nostre forze dell’ordine possono studiare l’emergenza Usa prima che ci esploda in casa.

«È l’eroina del futuro», spiegano i carabinieri dell’antidroga milanese. L’allerta è massima. Il Fentanyl, i suoi derivati «fentanili», l’ossicodone e simili farmaci oppioidi non solo hanno maggiore potenzialità stupefacente (ma anche di dare dipendenza e di uccidere) rispetto all’eroina. Offrono altri due vantaggi ai consumatori. Sono facili da assumere, non serve il «buco», basta ingerire una pasticca, fumare o sniffare la polvere. E sono relativamente agevoli da trovare. La produzione infatti, su larga scala, è in grossa parte legale. La super droga poi si perde facilmente tra furti in ospedale, prescrizioni fatte con leggerezza e false ricette fino ai canali illeciti. Si trova online, sottobanco e sulle classiche piazze di spaccio. Da sola, mischiata o in sostituzione dell’eroina.

Di Fentanyl si parla ampiamente nell’ultima Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga del Viminale (2017), che riporta gli allarmi lanciati da Europol e Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Il dato che ha acceso il faro è quello sulle morti per overdose che lo scorso anno è tornato a crescere. Del 9,7 per cento rispetto al 2016. Il sospetto è che abbia contribuito proprio l’ingresso sul mercato nero del Fentanyl e delle altre sostanze sintetiche «mimetiche degli effetti dell’oppio». Le aree più colpite in Europa per ora sono quella scandinava, quella baltica e il Regno Unito, con 46 vittime nel 2017. Tra i sequestri fatti c’erano sia farmaci prodotti illegalmente sia «deviati» dai circuiti leciti. Nel periodo 2009-2016 sul mercato europeo sono stati identificati 25 nuovi oppioidi, di cui 18 derivati del Fentanyl. Quest’ultimo nel giro dello spaccio ha diversi nomi gergali: Drop Dead, Flatline, Apache, Great Bear, Tango & Cash, China Girl (la Cina è con il Messico il maggior produttore). Mentre tra i derivati il più pericoloso è il Carfentanil, uno dei più potenti oppioidi conosciuti, usato come anestetico per gli animali di grossa taglia.

Le organizzazioni criminali hanno come sempre fiutato l’affare. A livello internazionale il traffico di Fentanyl è appannaggio del Cartello messicano di Sinaloa, che si occupa dell’acquisto delle molecole, della lavorazione e della distribuzione negli Stati Uniti. I margini di guadagno sono altissimi, molto superiori rispetto alla vendita di eroina. Un chilo di Fentanyl costa alla fonte 4mila dollari e se ne ricavano un milione di pastiglie che al dettaglio valgono 5 milioni di dollari. Anche da noi si prevede che il fenomeno farà gola alle mafie. Non sono ancora state trovate prove di coinvolgimento sistematico della criminalità organizzata, ci sono però state operazioni significative delle forze dell’ordine.

Nel marzo del 2017 i carabinieri hanno fermato a San Donato Milanese due iracheni incensurati che spacciavano fuori dai licei. Nel box avevano 2mila pasticche di ossicodone. Nel 2016 in Canton Ticino sono stati sequestrati 40 grammi di Fentanyl, sul mercato sarebbero diventati 200mila dosi. Lo stesso anno l’«Operazione Fentanyl» dei carabinieri e della Procura di Cosenza ha portato a indagare, tra gli altri, sei medici di base. Prescrivevano il farmaco a tossicodipendenti e pusher, tutto a carico del Servizio sanitario nazionale. IL GIORNALE.IT

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