Crollo Ponte Morandi Genova, Di Maio: ‘Disastro figlio delle marchette, capisco chi non vuole i funerali di Stato’

“Abbiamo voluto i funerali solenni, decisi nel consiglio dei ministri, perché pensiamo che sia il minimo atto di vicinanza alle vittime, ma non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza”

Così Luigi Di Maio in una lettera inviata ai parlamentari del M5S in relazione al disastro del crollo del Ponte Morandi a Genova.

Si tratta – spiega Di Maio – di un atto di “dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti”.

“Il crollo del ponte Morandi” prosegue il vicepremier “è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l’Italia”.

E aggiunge: “Ci vorrà tanto tempo per invertire la rotta e togliere la mangiatoia pubblica a questi prenditori, ma siamo stati votati proprio per questo”.

Quanto alla revoca delle concessioni delle autostrade al gruppo dei Benetton, Di Maio afferma:

“Revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti. E ogni volta che qualcuno come Consob o qualche professorone ci dirà che dobbiamo stare attenti ai mercati e agli iter burocratici, rispondetegli che se vogliono possono andarlo a dire alle famiglie delle vittime”.

“Noi” prosegue la missiva “agiremo subito. L’atto di revoca è stato annunciato dal presidente del consiglio in persona, e lo sta istruendo direttamente insieme al Ministro Toninelli e li ringrazio a nome di tutto il Movimento per quello che stanno facendo in questi giorni”.

Il leader 5Stelle ricorda poi che il Movimento “per 5 anni dall’opposizione” ha combattuto “contro i privilegi di Autostrade per l’Italia, che gestivano e gestiscono le nostre autostrade senza gare e con doveri contrattuali ridicoli”.

“Non è un caso” conclude Di Maio “che i loro contratti siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi”.

 

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