Far West a Ferrara: bande di migranti scatenano la guerra in strada con machete e coltelli. Africano in coma

Per Laura Boldrini, Roberto Saviano, Gad Lerner e per i nemici degli italiani della sinistra razzista, i migranti ci portano ricchezza, cultura e presto ci pagheranno le pensioni. In realtà ci portano la guerra in casa, spaccio e criminalità. A Ferrara la situazione completamente fuori controllo.

La lunga scia di violenza e sangue sembra scorrere come un fiume in piena sulla città. Ferrara, splendido e pacifico centro emiliano, sta dimenticando da qualche giorno la pace che contraddistingue le mura della “città delle biciclette”.

Più che il sapore (sacro) dei cappellacci al ragù qui a preoccupare è la guerra scoppiata tra le bande di immigrati nigeriani che si dividono (e invadono) le strade.

Sono tre giorni che le cronache cittadine raccontano di continue risse e raid punitivi, spesso armati di machete. Ci sono cittadini impauriti che si sono ritrovati a pochi metri da quelle che hanno tutta l’aria di essere brevi battaglie di un vero e proprio conflitto. Alcuni sostengono di aver visto anche pistole, di certo – però – i nigeriani sembrano preferire i machete.

Quattro aggressioni, una dietro l’altra, tutte in una zona semi-centrale della città, lasciano intendere che ci sia un collegamento tra gli episodi. E adesso c’è chi guarda anche ad episodi passati per capire da quanto tempo la guerra stia andando avanti. A giugno su Facebook apparvero i video di una violenta rissa tra nigeriani (guarda) in pieno giorno. Ma è da domenica che lo scontro si è colorato di rosso sangue.

Prima la cronaca. Domenica pomeriggio, in zona Gad (famosa per essere una piazza di spaccio) un giovane immigrato viene rincorso da tre persone, forse componenti di una banda rivale. Vorrebbe scappare. Altri due gli chiudono la via di fuga, viene circondato e massacrato di botte. Qualcuno estrae un machete o una accetta e lo colpisce alla testa. Le fotografie (guarda) lo mostrano con lo sguardo assente e coperto di sangue che esce dalla testa. Trasportato all’ospedale, ora è in coma farmacologico.

Poche ore dopo, un altro episodio. In corso Giovecca, un giovane immigrato viene circondato da altri connazionali, pestato e lasciato in una pozza di sangue a terra. Anche lui è stato colpito con un colpo di arma da taglio, forse un machete. Medd’ora dopo, sono le 22.30, al bar Vienna di via Bologna un nigeriano entra trafelato nel bar e si barrica all’interno tra i tavolini e i clienti sotto choc. Fuori, due connazionali lo assediano. “Lo abbiamo visto correre dentro – racconta una testimone a Estense.com – e subito dopo sono arrivati in quattro per cercarlo. Due hanno proseguito verso piazza Travaglio, altri due si sono fermati. Uno di loro aveva anche una pistola al fianco dei pantaloni, che ho visto distintamente mentre scendeva dalla bici e poi l’hanno vista anche i baristi e altri clienti, ma quando sono entrati dentro hanno tirato fuori solo i coltelli e il machete. Uno si era messo una keffiah davanti al viso e infatti credevamo che si trattasse di una rapina, ma poi abbiamo visto che volevano solo prendere il ragazzo che era entrato prima”.

Cronache di ordinaria follia. O forse no, visto che da tempo i cittadini ferraresi lamentano degrado e assenza di sicurezza. E infatti nella sera tra martedì e mercoledì la scena si è ripetuta. Stessi protagonisti (due bande di immigrati) e stesso sanguinoso epilogo. I due gruppi si sono scontrati al Parco urbano, zona meno frequentata che i primi teatri degli scontri. Una delle due bande era armata di coltelli o altre armi bianche. Qualcuno ha avvertito i carabinieri che, arrivati sul posto, hanno trovato altre tre persone ferite, due delle quali provocate da una lama. Se quel coltello avesse colpito qualche centimetro più in basso, avrebbe colpito la giugulare del migrante. E ora saremmo qui a parlare del primo morto in questa folle guerra tra immigrati.

Con fonte Il Giornale

 

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