Intero Treno in ostaggio dei Migranti. Ecco l’incubo vissuto da questi Italiani! [FOTO]

Un intero treno per ben più di un’ora è stato preso ostaggio da una gag di Africani.
Quello che ne segue è il racconto di quei terribili momenti.

La tremenda vicenda è accaduta sabato sera.
Tutto sulla linea Venezia-Bassano, tra le stazioni di Castelfranco e Castello di Godego, mentre erano presenti decine e decine di italiani.

Questa scalmanata gang ha preso di mira il capotreno e alcuni passeggeri.
Ciò che ne consegue è la cronaca di scene di vero panico.

È stato svuotato un estintore, sono volati sputi, insulti e minacce ai viaggiatori che cercavano di calmarli. Poi, all’arrivo di una pattuglia dei carabinieri, c’è stato il fuggi-fuggi generale dei protagonisti.

Questo il racconto di uno dei viaggiatori:

«Stavo tornando a Bassano con mia moglie dopo aver trascorso una giornata alla Biennale di Venezia», racconta. «Il viaggio è filato via liscio fino a Castelfranco, quando è salito un gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini. Erano alterati, probabilmente dall’alcol. Alcuni avevano delle bottiglie di alcolici in mano. Se la sono presa con un giovane. Non so se fosse salito con loro o addirittura facesse parte del loro gruppo. So soltanto che l’hanno spinto ed insultato per più di mezzo treno.

Il nostro era uno di quei convogli aperti, non separati dalle porte e quindi, sporgendosi verso il corridoio si poteva vedere tutto. Naturalmente ci siamo tutti impauriti per quel trambusto e soprattutto per l’aggressività ingiustificata di quei giovani. Nel frattempo il treno è ripartito ma gli animi, invece di quietarsi, si sono surriscaldati».

Arrivato a Castello di Godego il treno s’è fermato. «Penso – continua il viaggiatore – per quasi cinquanta minuti. Il punto è che alcuni viaggiatori hanno cercato di calmare gli animi. Ma invece di quietarli, li hanno riaccesi. Ci sono state urla, spinte nei confronti dei passeggeri, qualcuno ha attivato un estintore. C’erano mamme e bambini nel convoglio. Ciò che non capisco è che più volte abbiamo attivato l’impianto di allarme il pulsante di Sos ma non funzionava. Il capotreno è intervenuto ma cosa poteva fare da solo?»

Lui ha deciso di fotografare il tutto per documentarlo, anche a rischio della sua stessa vita.

«Mi chiedo – conclude il viaggiatore – cosa sarebbe successo se in treno ci fosse stata una ragazza sola. Si parla di sicurezza ma poi non si può viaggiare tranquilli nemmeno quando si è in treno. Spero che episodi non possano mai più ripetersi».

 

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