“Numeri mai visti”. Boom di contagi, il virus colpisce milioni di Italiani

La recente stagione influenzale si è rivelata una delle più intense degli ultimi anni. Contrariamente alle previsioni iniziali, la diffusione del **virus** ha raggiunto livelli senza precedenti, colpendo duramente sia l’Europa che gli Stati Uniti. In Italia, le **infezioni simil-influenzali** hanno superato i 16,1 milioni di casi, una cifra mai vista prima.

È stato sorprendente non solo l’alto numero di casi, ma anche la **diversità dei virus** in circolazione. Dopo due anni di restrizioni anti-Covid, che avevano ridotto notevolmente la diffusione dei virus respiratori, si prevedeva un calo. Tuttavia, la realtà è stata diversa, complici le nuove varianti virali e una diminuzione dell’attenzione verso le misure preventive.

Diffusione Senza Precedenti tra Europa e Stati Uniti

Negli Stati Uniti, la situazione è stata particolarmente grave, con stime che variano tra 47 e 82 milioni di casi e fino a 130mila decessi. Anche l’Unione Europea e lo Spazio Economico Europeo hanno registrato numeri simili, confermando l’eccezionale intensità della stagione 2024/2025.

In Italia, i dati mostrano una distribuzione uniforme tra i principali ceppi virali: un terzo dei casi è stato dovuto a A/H1, un altro terzo a A/H3, e il restante a virus del tipo B. Un esperto di salute pubblica ha osservato che “questa combinazione ha colto di sorpresa gran parte della popolazione, poco esposta a questi virus negli anni precedenti”. Inoltre, altri virus respiratori come il **rhinovirus** e il **virus sinciziale** hanno contribuito a complicare il quadro.

L’Appello di Bassetti: Vaccinarsi di Più

Un noto infettivologo ha dichiarato: “Lo avevamo detto che sarebbe stata una stagione peggiore della precedente, e così è stato”. Attualmente, si stima che i casi possano raggiungere i 20 milioni, con una stagione influenzale che si estende da novembre ad aprile.

Il problema, secondo l’esperto, è anche culturale: “Solo 1 italiano su 2 tra quelli a rischio si vaccina. Tra la popolazione generale, il dato scende a 1 su 5. È necessaria una comunicazione più efficace e una pianificazione più accurata, già a partire dai mesi estivi”.

Con numeri così alti, riflettere su **prevenzione** ed efficacia della comunicazione pubblica diventa centrale. Gli esperti sottolineano che il vero problema rimane la bassa adesione alle **vaccinazioni stagionali**. “Ogni anno ripetiamo gli stessi appelli”, afferma un infettivologo, “ma la percezione del rischio influenzale resta bassa, nonostante l’evidenza scientifica”. Il problema è sia culturale che strutturale: mancano campagne capillari e tempestive in grado di raggiungere efficacemente tutte le fasce della popolazione, in particolare quelle più vulnerabili.

Un altro aspetto critico è l’**uso improprio di antibiotici**, spesso assunti senza prescrizione per sintomi influenzali. “Un virus non si cura con gli antibiotici”, ricordano i medici, “ma il messaggio fatica a passare”. Questa pratica, oltre a risultare inutile, alimenta il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che potrebbe diventare una vera emergenza sanitaria nel medio periodo.

Nel frattempo, gli ospedali devono affrontare l’impatto di un’influenza sempre più lunga e aggressiva. Molte strutture sanitarie hanno dovuto **rimodulare i servizi e sospendere attività programmate**, soprattutto nei mesi più critici. I pronto soccorso sono stati sotto pressione, e il personale sanitario ha lavorato intensamente per settimane. “Abbiamo vissuto giorni in cui sembrava di essere tornati ai picchi della pandemia”, ha raccontato un operatore di un grande ospedale del Nord, “con file interminabili e pazienti gravi da assistere in tempi brevissimi”.

Secondo i professionisti, tutto ciò **non deve diventare la nuova normalità**. Sono necessari investimenti, informazione e un cambio di passo nella gestione delle campagne vaccinali, per evitare che ogni stagione influenzale si trasformi in un’emergenza annunciata.

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