Trump-Zelensky, alla fine parla Macron. Ed è una furia: “Quella terza sedia…”

I funerali di Papa Francesco hanno offerto uno spettacolo di rara intensità, ma anche un terreno fertile per voci e speculazioni. A far vibrare i corridoi del Vaticano, e non solo, è stata la presenza di Donald Trump e Volodymyr Zelensky, il cui incontro, immortalato in una foto divenuta virale, ha scatenato un putiferio mediatico. Al centro del dibattito, la famigerata “terza sedia”, comparsa e poi scomparsa, e le conseguenti ipotesi di esclusioni e veti incrociati.
A fare chiarezza sul “mistero” è stato direttamente il presidente francese Emmanuel Macron, stanco delle illazioni. La spiegazione è tanto semplice quanto disarmante: la sedia era destinata all’interprete, poi rimossa per permettere a Zelensky di comunicare direttamente in inglese. Niente complotti, dunque, ma una mera questione di logistica.
L’Eliseo, tuttavia, non ha nascosto la propria irritazione per la strumentalizzazione della vicenda. “Circola molta disinformazione in questo momento. È vergognoso, perché sono in gioco vite umane e la nostra sicurezza collettiva”, ha tuonato lo staff presidenziale su X. Un chiaro riferimento alle speculazioni che hanno visto Macron escluso dall’incontro, alimentando fantasie di una nuova Yalta in miniatura.
Il presidente francese, visibilmente infuriato, ha rivendicato di aver coordinato in anticipo i suoi incontri con Trump, Zelensky e il nuovo premier britannico Keir Starmer, a dimostrazione del suo ruolo centrale nel delicato equilibrio geopolitico. Macron non ha nascosto il suo disappunto per l’interpretazione distorta degli eventi, sottolineando l’importanza di non mettere da parte l’Europa in un momento cruciale per la trattativa di pace in Ucraina.
L’incontro tra Trump e Zelensky, definito “molto produttivo” dallo stesso ex presidente americano, rappresenta un significativo riavvicinamento dopo le tensioni passate. Secondo Macron, il colloquio “ha rimesso pressione sulla Russia” e ha convinto gli americani della necessità di “un’escalation diplomatica, fatta anche di minacce e sanzioni”, prefigurando un nuovo pacchetto di misure anti-Mosca.
Ma i misteri non finiscono qui. L’assenza di Giorgia Meloni dal colloquio a quattro che ha preceduto il summit Trump-Zelensky ha alimentato ulteriori interrogativi. Un video di Fanpage.it mostra la premier in un colloquio riservato con Ignazio La Russa, la cui reazione sembra suggerire un malfunzionamento del protocollo.
Interrogata sull’argomento, Meloni ha dichiarato al Corriere della Sera che la sua presenza non era prevista, offrendo una versione che appare come un tentativo di disinnescare la polemica. Che si tratti di un’abile mossa diplomatica o di un’autentica esclusione, la premier ha colto il significato più profondo del momento, definendo il faccia a faccia tra Trump e Zelensky come “l’ultimo regalo di Papa Francesco a noi tutti… In quel faccia a faccia c’era il suo spirito”.