“Mi ha dato della prostituta…”. Giorgia Meloni, durissima replica al commento di Landini

Giorgia Meloni ha vissuto settimane particolarmente intense sul piano istituzionale e diplomatico. Dopo il Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, la presidente del Consiglio è volata negli Stati Uniti per partecipare alla serie di incontri che precedono il vertice sulla sicurezza globale, dove ha avuto colloqui con rappresentanti della Casa Bianca e del Pentagono. In agenda anche un confronto diretto con diversi capi di Stato africani in vista del vertice Italia-Africa previsto a novembre, nel quale Roma punta a consolidare la cooperazione economica e la strategia del Piano Mattei.

Rientrata in Italia, Meloni ha poi presieduto una serie di riunioni operative a Palazzo Chigi, concentrandosi in particolare sul dossier economico e sull’emergenza lavoro. Il governo ha accelerato sul disegno di legge di bilancio, sulle misure a sostegno delle famiglie e sulla proroga dei bonus edilizi. Nel frattempo, la premier ha partecipato al convegno “Italia delle imprese” organizzato da Confartigianato, dove ha ribadito la volontà dell’esecutivo di mantenere la rotta sulle riforme strutturali e sul contenimento della spesa pubblica.

La presidente del Consiglio ha avuto un fitto scambio di telefonate con i leader europei in vista del vertice dell’Onu di fine ottobre, mentre la Farnesina ha coordinato il dialogo con i partner del Mediterraneo in merito alla stabilità della regione e alla gestione dei flussi migratori. Meloni ha inoltre tenuto un incontro riservato con gli alleati di maggioranza per discutere delle prossime nomine pubbliche e delle tensioni interne alla coalizione, cercando di mediare fra le diverse anime del centrodestra.

Proprio in questo clima carico di appuntamenti e responsabilità è arrivata la polemica con Maurizio Landini. Tutto è cominciato con un’uscita del segretario della Cgil a “DiMartedì”, il programma di Giovanni Floris su La8, dove il sindacalista ha definito la premier “la cortigiana di Donald Trump”. Parole che hanno immediatamente acceso il dibattito politico, non solo per il contenuto offensivo, ma anche per l’allusione esplicita a un linguaggio sessista, difficilmente giustificabile in un contesto pubblico.

Landini, discutendo del ruolo di Meloni nella negoziazione dei nuovi accordi di pace internazionali, ha detto: “Giorgia Meloni in realtà si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito. Per fortuna che c’erano i cittadini italiani che sono scesi in piazza e hanno difeso la dignità e l’onore di questo Paese”. Una frase che ha lasciato sconcertati anche molti osservatori politici, non tanto per la critica alla linea di governo, quanto per il tono e il lessico utilizzati.

La replica del presidente del Consiglio non si è fatta attendere. Con un lungo post su Instagram, Meloni ha risposto così: “Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce in televisione una ‘cortigiana’. Penso che tutti conoscano il significato più comune attribuito a questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su Internet. Ed ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta”.

Le parole della premier hanno immediatamente polarizzato la discussione pubblica, con esponenti del governo e dell’opposizione che si sono schierati da una parte o dall’altra. Alcuni sindacalisti hanno cercato di ridimensionare l’episodio, sostenendo che Landini avesse usato il termine in senso figurato, ma il danno era ormai fatto. Nelle ore successive, il dibattito sui social è esploso, con migliaia di commenti indignati e l’hashtag #Cortigiana che è diventato virale.

Un episodio che, ancora una volta, mostra quanto il confronto politico in Italia sia sempre più spesso dominato da insulti e toni da arena, piuttosto che da un vero scambio di idee. E in questo caso, la polemica tra Landini e Meloni ha finito per oscurare, almeno per un giorno, anche l’agenda politica e internazionale del governo.

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