Cristina Scuccia sul nuovo Papa: “Ho avuto i brividi, spero sappia costruire ponti e guidarci con amore”

Un’attesa carica di emozione e speranza, quella espressa da Cristina Scuccia, ex suora delle Orsoline e vincitrice di “The Voice of Italy”, in merito all’inizio del pontificato di Papa Leone XIV. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, la cantante pop ha condiviso le sue riflessioni, partendo dalla sua esperienza personale e dalla profonda convinzione che l’amore sia la forza motrice capace di guidare la Chiesa.

“Sapere che il nuovo Papa ha una formazione in diritto canonico mi ha fatto riflettere: ho sperato che questo non significhi un approccio troppo rigido, ma che sappia lasciarsi guidare dall’unica legge che non impone vincoli: l’Amore”, ha dichiarato Scuccia, sintetizzando il suo pensiero. Un’affermazione che risuona con l’esperienza della ex religiosa, la quale ha sottolineato come le regole, pur rappresentando un mezzo per avvicinarsi a Dio, a volte possano anche allontanare. “Le regole hanno valore solo se custodiscono e fanno crescere l’amore fraterno, non se lo soffocano”, ha precisato.

L’emozione è palpabile quando Scuccia parla del nuovo Papa. “È ancora presto per un giudizio completo, ma il suo saluto iniziale di pace mi ha colpita. Sembrava voler tracciare fin da subito la direzione del suo pontificato”, ha confessato. La cantante ha poi espresso la sua speranza che Leone XIV, proveniente da un’esperienza missionaria, guardi con attenzione a chi si è allontanato dalla fede, a chi porta dentro dolore o rabbia. “Il fatto che venga da un’esperienza missionaria mi fa sperare che guarderà anche a chi si è allontanato da Dio, a chi porta dentro dolore o rabbia”.

L’entusiasmo di Scuccia è evidente anche nel ricordo della fumata bianca: “Avevo i brividi fin dalla fumata bianca. Quando si è affacciato per la prima volta, mi ha commossa vederlo visibilmente toccato. In quel momento ho percepito tutto il peso di quella responsabilità: non una scelta personale, ma un disegno più grande”. Un sentimento di profonda umiltà e consapevolezza della propria fragilità, che si traduce nella convinzione che “in quella piccolezza, se consegnata a Lui, possono nascere grandi cose”.

Il desiderio più grande di Cristina Scuccia è che Leone XIV sia una guida capace di costruire ponti, una Chiesa “madre, non giudice”. “Mi interessa che ricordi sempre – e ci ricordi – che la Chiesa è madre: una madre che accoglie, specialmente chi è più lontano”, ha affermato con forza.

Sulla sua scelta di abbandonare la vita religiosa, Scuccia ha ribadito di non avere rimpianti, ma solo “nostalgia”. Un addio non facile, ma frutto di un “discernimento umano e spirituale”. “Non rinnego nulla: ogni passo, anche il più doloroso, mi ha portato a una fedeltà diversa, ma autentica, a me stessa e alla mia fede”, ha spiegato.

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