Ilaria Salis attacca la Lega: “È un partito razzista, non ci dialogo”. Bufera politica e risposta al vetriolo

Ilaria Salis attacca la Lega: è bufera

, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, torna a far discutere con una dichiarazione destinata a scatenare polemiche. Durante un’intervista, Salis ha affermato senza mezzi termini: “Io non la penso come la Lega, è un partito razzista. Non considero neanche la possibilità di confrontarmi con loro”.

Parole esplosive, democrazia a senso unico?

Una frase che ha subito incendiato i social e la scena politica. L’accusa di razzismo rivolta a un partito democraticamente eletto ha fatto insorgere non solo gli elettori leghisti, ma anche molti utenti trasversali, che hanno accusato Salis di incoerenza: “Parli di democrazia, ma rifiuti il confronto?”, scrivono in tanti.

La Lega risponde con Isabella Tovaglieri

La replica ufficiale non si è fatta attendere. A prendere posizione è stata l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, che ha condiviso la frase incriminata su X (ex Twitter) con un commento tagliente: “La democrazia per la sinistra”. Poi aggiunge: “È questo il modello a cui si ispira la sinistra per darci lezioni? Complimenti, siamo messi bene”.

Social divisi, ma il sentiment è netto

Il dibattito si è subito acceso. Da un lato chi difende Salis, dall’altro chi la accusa di aver superato ogni limite nel linguaggio politico. Tra gli hashtag più usati: #Salis#Lega#Democrazia. Molti utenti parlano di “linguaggio d’odio” e di “intolleranza mascherata da antifascismo”.

Non è la prima volta

Non è la prima uscita controversa per Ilaria Salis, già protagonista in aula europea di proposte come l’“aumento del denaro ai carcerati”, che avevano generato pesanti ironie e critiche online. Anche in quel caso, l’opinione pubblica si era spaccata tra chi la considerava una “voce fuori dal coro” e chi la bollava come provocatrice in cerca di visibilità.

Un clima sempre più teso a Strasburgo

La polemica Salis-Lega è solo l’ultimo episodio di un Parlamento europeo sempre più polarizzato, dove il confronto sembra lasciare spazio alla delegittimazione reciproca. E mentre in Italia la tensione politica cresce, il rischio è che si smarrisca del tutto il senso stesso del dibattito democratico.

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