Chi è Domenico Battaglia, il “prete di strada” nominato cardinale da Papa Francesco

Un annuncio inatteso, un gesto che risuona come un eco del passato, e un nuovo cardinale pronto a portare la voce degli ultimi nel cuore della Chiesa. Papa Francesco, con una mossa che ha sorpreso e commosso, ha scelto di includere Monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, tra i nuovi cardinali che saranno insigniti della porpora nel Concistoro del 7 dicembre. Un evento che ricorda l’inclusione di Jorge Mario Bergoglio, l’attuale pontefice, tra i cardinali nel 2001, un segnale forte di come la Chiesa, sotto il pontificato di Francesco, continui a guardare verso le periferie e le fragilità umane.

L’inserimento di Monsignor Battaglia, come sottolineano gli osservatori, va ben oltre la semplice sostituzione di un vescovo impossibilitato a partecipare. Si tratta dell’ingresso in Conclave di una figura carismatica, un “prete di strada”, vicino agli ultimi, profondamente radicato nella sofferenza e nella speranza del popolo. Un uomo che incarna una spiritualità concreta, lontana dai formalismi e vicina alla realtà del quotidiano.

Nato a Satriano, in Calabria, nel 1963, e ordinato sacerdote nel 1988, Monsignor Battaglia ha dedicato la sua vita al servizio degli altri. Il suo impegno si è concentrato sulle fragilità umane, in particolare sul mondo delle dipendenze. Per oltre due decenni ha diretto il Centro Calabrese di Solidarietà, un’istituzione fondata sul carisma di don Mario Picchi, pioniere nella lotta alla tossicodipendenza. La sua esperienza si è poi estesa a livello nazionale, come presidente della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche e vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro. Un percorso segnato da gesti concreti, accoglienza silenziosa e parole essenziali, che hanno caratterizzato il suo approccio pastorale.

Nel 2016, Papa Francesco lo ha chiamato a guidare la diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, e nel 2020 lo ha nominato arcivescovo di Napoli. Nella città partenopea, Monsignor Battaglia ha dimostrato un amore profondo per una realtà “meravigliosa, piena di umanità, ma anche ferita”, come lui stesso l’ha definita. La sua azione pastorale si è contraddistinta per un’intensa partecipazione e un linguaggio diretto e profetico, soprattutto sui temi sociali e politici.

Il suo impegno per la pace è un altro pilastro del suo ministero. Ha condannato con forza la corsa agli armamenti, sottolineando come ogni euro speso in armi sottragga risorse preziose a scuola, sanità e poveri. La sua visione di una Chiesa che si fa prossima agli ultimi si è concretizzata in gesti significativi, come il lavaggio dei piedi a operatori e operatrici di pace nel Giovedì Santo.

“La fraternità non è mai un punto di partenza, ma una conquista quotidiana fatta di gesti semplici”, ha affermato più volte Monsignor Battaglia, riassumendo la sua visione di una Chiesa che si impegna a costruire ponti e a promuovere la giustizia sociale. Per lui, la libertà del Vangelo è una libertà che costa, ma è l’unica che salva, una libertà che si raggiunge scegliendo la mitezza e la coscienza come guida.

Con la nomina di Monsignor Battaglia, Papa Francesco porta nel Collegio cardinalizio una figura che incarna la Chiesa del Sud, una Chiesa che guarda in faccia la sofferenza, che si impegna a dare voce a chi non ne ha e che pone la giustizia sociale al centro del suo messaggio. Un segnale forte, quello del Papa, che conferma la sua volontà di guidare la Chiesa verso un futuro di accoglienza, di dialogo e di impegno per un mondo più giusto e fraterno. Un futuro dove la voce del popolo, rappresentata da figure come quella di Monsignor Battaglia, risuonerà con forza nel cuore della Chiesa.

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