Stasi, ecco la prima cosa che ha fatto nel suo primo giorno di semilibertà

Il delitto di Garlasco, a distanza di 18 lunghi anni, continua a tenere banco sul fronte della cronaca nazionale, in quanto il caso, relativo alla povera Chiara Poggi, rinvenuta priva di vita tra le mura domestiche della villetta familiare di Garlasco, è stato riaperto con nuove indagini, con la notizia dell’avviso di garanzia all’amico del fratello di Chiara, Andrea Sempio.
Per la giustizia, il colpevole del delitto è Alberto Stasi, all’epoca dei fatti, fidanzato con la Poggi, che ha ottenuto dal tribunale la concessione della semilibertà, dopo anni di detenzione. Come ormai noto, Alberto può uscire dal penitenziario di Bollate, la mattina, ad un orario preciso, per farvi rientro la sera, dopo cena.
In tutto, potrà stare fuori 12 ore, potrà tornare a guidare, potrà trascorrere come vuole il suo tempo fuori dal penitenziario, senza dover motivare le ore spese, ad esempio, al bar con un amico o al cinema.
Stasi, sempre più vicino al fine pena, dunque, ha ottenuto la semilibertà, compiendo un altro piccolo passo che lo porterà ad essere un uomo che ha scontato in toto il suo debito con la giustizia, dopo che è stato riconosciuto responsabile del delitto di Chiara Poggi.
Ma qual è la prima cosa che Alberto Stasi ha fatto nel suo primo giorno di semilibertà?
Alberto Stasi è stato condannato per il delitto della sua fidanzata, all’epoca dei fatti, la 26enne Chiara Poggi. Oggi Alberto, 41 anni, ha ottenuto dal tribunale la semilibertà, pesando all’affidamento in prova. Nel suo primo giorno da semilibero, degli amici lo hanno atteso trepidanti fuori dal penitenziario di Bollate, per portarlo a Milano per un aperitivo o per fare serata.
Alberto, però, intervistato da Repubblica, ha dichiarato. «Meglio evitare , tanto lo sapete che non sono un tipo da movida. E poi, qualche giorno fa, mi ha fermato per strada un ragazzino. Mi fa: bella zio, lo sapevo che non c’entravi niente. Possiamo fare un selfie? Ora, capisco tutto, capisco la notorietà, ma meglio evitare. E per fortuna che tanti ragazzi di adesso non sanno cos’è successo diciott’anni fa e non conoscono il mio volto».
Quindi cosa ha voluto fare Stasi, ora che si sta sempre più avvicinando al fine pena e che, con la semilibertà concessagli, trascorrerà 12 ore fuori dalla cella?
Vuole andare alla Pinacoteca di Brera, mentre non ha la minima intenzione di mettere piede a Garlasco, dove il delitto di Chiara Poggi si è consumato. Stasi, difatti, ha spiegato il motivo di questo secco no, proprio intervistato da Repubblica.
Queste le sue parole, riprese dall’autorevole quotidiano: “Non posso, nonostante mia madre viva ancora lì. La incontro dai parenti, l’ho fatto quando ho avuto i permessi. E poi, dico la verità, non ho nemmeno tutto questo interesse a tornarci. Un po’ per quello che è successo, un po’ perché la mia vita e i miei interessi sono ormai tra Milano e l’hinterland, dove cercherò casa quando potrò”.