Trump, l’annuncio su Zelensky: “Pronto a cedere la Crimea”

Ucraina, Trump:
28 aprile 2025 – Nuove importanti evoluzioni nel conflitto russo-ucraino, che si trascina ormai da oltre tre anni. Secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il leader ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe essere pronto a cedere la Crimea alla Russia. Intanto da Mosca giungono richieste dirette a Kiev per l’inizio di trattative di pace senza condizioni predefinite. Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin esprime gratitudine verso i combattenti nordcoreani che hanno affiancato l’esercito russo nella regione di Kursk.
Zelensky e la questione Crimea: Trump parla di possibile concessione
Durante un’intervista rilasciata ai media in un aeroporto del New Jersey, Donald Trump ha dichiarato che, a suo avviso, Zelensky sarebbe disposto a “rinunciare” alla Crimea. Quando i giornalisti gli hanno chiesto se credeva che il presidente ucraino fosse pronto a fare questo passo, Trump ha risposto senza esitazione: “Credo di sì”.
Questa affermazione rappresenta una svolta significativa nella narrativa della guerra, soprattutto considerando che fino a pochi giorni fa Zelensky aveva ribadito la linea dura riguardo alla penisola annessa dalla Russia nel 2014. Infatti, la scorsa settimana, il leader ucraino aveva affermato che Kiev non avrebbe mai accettato una legittimazione formale dell’annessione della Crimea, nemmeno se proposta dagli Stati Uniti.
Nonostante questo, Trump ha cercato di ammorbidire le sue dichiarazioni, lodando Zelensky come “un uomo che desidera sinceramente il meglio per il suo popolo” e riconoscendo “l’impegno e la dedizione” del presidente ucraino nel cercare una soluzione alla crisi.
Il contesto diplomatico: Mosca spinge per negoziati diretti
Nel frattempo, da Mosca arriva un messaggio chiaro: il Cremlino è pronto ad aprire un dialogo diretto con Kiev per mettere fine al conflitto. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, è necessario che sia l’Ucraina a compiere il primo passo.
“Stiamo ancora aspettando un segnale da parte di Kiev”, ha spiegato Peskov, citato dall’agenzia di stampa Tass. “Al momento, il divieto legale imposto in Ucraina ai colloqui diretti con Mosca è ancora in vigore. Non abbiamo ancora ricevuto alcun segnale concreto”.
Nonostante la prosecuzione delle operazioni militari, il portavoce ha ribadito che la Russia è disponibile a partecipare a negoziati di pace senza alcuna precondizione. “Il presidente Putin ha più volte confermato la disponibilità della Russia a intraprendere un processo di dialogo aperto, al fine di raggiungere una soluzione pacifica”, ha sottolineato Peskov.
Secondo il Cremlino, anche gli Stati Uniti starebbero lavorando per spostare la situazione su un percorso diplomatico, sebbene le tensioni restino molto alte.
Putin ringrazia i combattenti nordcoreani: “Eroi della nostra patria”
Un altro elemento che testimonia l’internazionalizzazione del conflitto è la presenza di combattenti nordcoreani al fianco delle truppe russe. Vladimir Putin, in una dichiarazione ufficiale, ha ringraziato calorosamente il leader nordcoreano Kim Jong Un e i soldati provenienti dalla Corea del Nord che hanno combattuto nella regione russa di Kursk.
“Questi valorosi combattenti hanno agito mossi da un profondo senso di solidarietà, giustizia e autentico cameratismo”, ha detto Putin. Il presidente russo ha espresso una sincera gratitudine al compagno Kim Jong Un e al popolo nordcoreano per il loro sostegno militare.
Putin ha inoltre elogiato la disciplina, la preparazione e il coraggio dimostrati dai soldati nordcoreani durante le operazioni di combattimento. “Sono veri eroi”, ha affermato, sottolineando come abbiano difeso la Russia “come se fosse la loro stessa patria”.
Il peso geopolitico della Crimea: un nodo difficile da sciogliere
La Crimea rappresenta da anni uno dei principali punti di frizione tra Russia e Ucraina. L’annessione del 2014, avvenuta dopo un contestato referendum, non è mai stata riconosciuta dalla comunità internazionale occidentale, mentre Mosca ha sempre sostenuto che l’operazione sia stata legittima.
Per l’Ucraina, perdere ufficialmente la Crimea equivarrebbe a una pesante sconfitta nazionale e politica, ma per porre fine a un conflitto sanguinoso che sta devastando il Paese, potrebbe diventare una dolorosa concessione inevitabile.
Donald Trump, che si candida nuovamente alla presidenza degli Stati Uniti, sembra voler presentare la cessione della Crimea come un possibile compromesso per raggiungere una pace duratura. Tuttavia, rimane da vedere se l’opinione pubblica ucraina e le istituzioni politiche accetteranno una simile condizione.
Gli scenari futuri: verso una possibile tregua?
Se davvero Volodymyr Zelensky decidesse di trattare la Crimea come una “moneta di scambio” per porre fine alla guerra, si aprirebbero scenari completamente nuovi nel panorama geopolitico europeo.
Un accordo di pace potrebbe rilanciare le economie di entrambi i Paesi, gravemente colpite dal conflitto, e ridurre il rischio di un’escalation più ampia che coinvolga la NATO o altri attori internazionali. Tuttavia, la fiducia reciproca tra Mosca e Kiev è ai minimi storici, e la possibilità che i negoziati abbiano successo resta incerta.
L’eventuale coinvolgimento di Paesi terzi, come gli Stati Uniti o la Cina, potrebbe risultare cruciale per garantire che qualsiasi intesa raggiunta venga effettivamente rispettata.