Morte di Valeria Fioravanti, rinviata la prima udienza. Sgomento tra i familiari…

Le voce rotta dalla commozione di mamma Tiziana e papà Stefano prima di entrare in Tribunale. La malinconia però si trasforma presto in rabbia per un ulteriore rinvio. L’udienza di oggi difatti è stata rinviata per questioni procedurali relative alla costituzione di parte civili. Bisognerà aspettare ancora: il 23 maggio, quando il GUP deciderà se mandare a processo, per la morte della figlia, tre medici, uno del Policlinico Casilino e due del San Giovanni.

Il 10 gennaio 2023 Valeria Fioravanti è morta a soli 27 anni per una meningite batterica. La giovane era andata in un ospedale romano per rimuovere un ascesso. Proprio durante quell’operazione, secondo la famiglia della 27enne, quest’ultima sarebbe però stata colpita dal batterio che le ha causato una meningite. Due giorni dopo, il 27 dicembre scorso, la giovane donna, avendo notato che la ferita si era infettata era tornata nella struttura. Da lì poi l’accesso in altri ospedali fino al decesso. Secondo quanto emerso da una consulenza della procura, la meningite venne scambiata per una cefalea.

La famiglia della ventisettenne ha denunciato più volte di essere stata ripresa o addirittura derisa dai sanitari dei vari ospedali capitolini, vista l’insistenza con cui chiedevano di accertarsi delle condizioni di salute di Valeria. “Adesso ho tanta rabbia, una nipote bellissima da crescere e chiedo che anche per lei venga fatta giustizia – aveva detto sua madre Patrizia -. Chi non ha saputo diagnosticare la meningite di mia figlia va radiato dall’albo”.

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