“Perché sono sparita”. Milena Santirocco, la confessione choc dopo il ritrovamento

“Non mi hanno rapita, ecco perché l’ho detto”. Milena Santirocco confessa tutto. La scomparsa della donna di Castel Volturno, la sera del 29 aprile, aveva sin da subito generato tanta angoscia. La 54enne si era poi presentata al commissariato del suo comune la sera del 4 maggio e aveva raccontato di militari di essere stata rapita da due persone sconosciute, incappucciate, che avevano provato ad annegarla in uno stagno.

Milena Santirocco si era anche presentata in un bar della provincia di Caserta chiedendo di telefonare: era tutta bagnata, avevano raccontato i testimoni. La donna, che di mestiere fa la maestra di ballo però, non aveva detto la verità, anzi, a suo dire era stato tutto inventato. Eppure la sua versione dei fatti non aveva convinto neanche dal principio gli inquirenti e poco dopo infatti, la donna ha deciso di confessare tutto. In quello stagno infatti, ci si sarebbe buttata da sola con fini suicidari, per poi avere un ripensamento all’ultimo minuto.

“Non mi hanno rapita, ecco perché l’ho detto”. Milena confessa tutto

“Non mi hanno rapita, ecco perché l’ho detto”. Milena confessa tutto

La Santirocco, ha poi detto tutto ai carabinieri in un secondo interrogatorio: “Non sono stata rapita, volevo uccidermi”. La donna originaria di Lanciano quindi avrebbe inventato tutto, il motivo? La disperazione: “Volevo togliermi la vita”, ha detto di fronte al magistrato Silvia Di Nunzio. Tra l’altro, l’improvvisa scomparsa di Milena Santirocco aveva dato il via a delle ricerche su tutto il territorio di Torino di Sangro. Proprio qui infatti era stata rinvenuta la sua auto in un parcheggio: una Renault Clio.

“Non mi hanno rapita, ecco perché l’ho detto”. Milena confessa tutto

Ne era seguito un accorato appello della famiglia e chiaramente l’apertura di un fascicolo per sequestro di persona. Tutto è successo domenica 29 aprile. Milena prima pranza con la famiglia, poi dice a tutti di andare a fare una passeggiata al mare. Qui, alle 18.37 il cellulare si aggancia per l’ultima volta a una cella della zona, poi nessun segnale. Solo adesso si apprende che era stata proprio la donna a spegnere probabilmente il telefono.

Neanche la sua stessa famiglia aveva mai creduto all’ipotesi che la donna potesse farsi del male o che sarebbe mai potuta scappare autonomamente. Eppure è proprio lei a raccontare in questo secondo interrogatorio di essersi inventata tutto. Cosa ha spinto Milena Santirocco a creare questa terribile messa in scena? Domanda alla quale potrà dare una spiegazione soltanto lei.

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