Influenza, gli esperti avvertono: “Non se ne vedeva una così forte da vent’anni, colpisce i bronchi”

Il virus dell’influenza colpisce i polmoni, o meglio i bronchi, si insinua e ne irrita la mucosa, così come quella delle vie aeree. Nasce in questo modo il primo sintomo, quello più evidente, che influenza, ma anche il Covid, portano con sé: la tosse, che in molti casi non passa mai, rimane per settimane se non per mesi con il rischio di degenerare sino a rendere necessario il ricovero in ospedale.

Durante le feste, secondo il nuovo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati poco più di 1 milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali. Ma il numero reale potrebbe essere più alto a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine anno.

Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, in tal proposito ha dichiarato: “Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane registreremo ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole”.

I bambini sono i più colpiti

Gli ultimi dati evidenziano come i più colpiti siano i bambini piccoli: se l’incidenza media nella popolazione è stata di 17,5 casi per mille abitanti, al di sotto dei 5 anni hanno contratto i virus respiratori 48,7 bimbi ogni mille. Influenza davvero aggressiva quest’anno secondo Alessandro Rossi, presidente Simmg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie) che ha dichiarato: “Ci troviamo nel bel mezzo di una situazione epidemiologica che non si verifica da 20 anni. C’è un picco di sindromi influenzali molto elevato. Se analizziamo il dato sui tamponi di verifica vediamo che il rapporto è di tre casi di influenza a 1 di Covid. E tutti questi virus causano affezioni alle alte e basse vie respiratorie”. “Ci sono tanti italiani a letto con febbre, tosse prolungata e altri sintomi respiratori – prosegue Rossi – . Persone che spesso si ricontagiano passando da un virus all’altro, cosa frequente soprattutto in periodi come questo, durante feste natalizie”.

Quali sono i sintomi e come difendersi

“È comune che i pazienti riferiscano una tosse acuta o cronica come sintomo principale che spesso impatta anche in maniera importante sulla loro vita quotidiana – spiega Rossi -. Se ci troviamo davanti a una tosse acuta, è fondamentale definire come e quando la sintomatologia è iniziata, perché questo permette di escludere un’eventuale inalazione di corpo estraneo, o un processo infettivo sottostante. Nei casi di tosse cronica si fa indispensabile lo studio del paziente, indagando prima le cause più comuni e poi quelle più rare. Tra le prime ci sono quelle a partenza polmonare: infezioni vie respiratorie; di natura virale, come influenza e Covid appunto; di natura batterica; asma bronchiale; bronchite cronica come la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (Bpco); bronchiectasie”.

Una tosse che non passi mai, come riferiscono molti, che anzi, tende a peggiorare col passare del tempo. Ma come ci si può difendere? “Se si tratta di semplice irritazione possono bastare cortisonici topici, anche per via aerosolica, che in 10-15 giorni dovrebbero risolvere il problema – prosegue Rossi -. Se invece si tratta di un asma post-infettivo, serve agire con farmaci broncodilatatori e corticosteroidei, anche per aerosol, di grande aiuto e, spesso, risolutivi”.

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