La storia di Barbara, scomparsa da Napoli lasciando i suoi tre bambini

Il mistero di Barbara Agnieszka Wojciechowska, resta fitto. Scomparsa a Napoli nel 2015 all’età di 42 anni la donna, di origine polacca, ha fatto perdere completamente le sue tracce. Viveva con il compagno e tre figli nel quartiere Ponticelli e lavorava come inserviente in un ristorante della zona.

Lunedì 14 dicembre di quell’anno si è svegliata prima delle 8 ed è uscita, dicendo che andava dal medico per una ricetta per la figlia più piccola, che aveva la febbre. A Chi l’ha Visto? è stato mostrato il filmato dell’ultimo avvistamento, avvenuto in una tabaccheria nei pressi della fermata della linea 116, in via Angelo Camillo De Meis. Da lì, della donna, si sono perse completamente le tracce.

Tutto quello che non quadra nei giorni precedenti

Secondo le ultime immagini, Barbara avrebbe comprato un biglietto dell’autobus. “Ma per dove?”, si chiedono i famigliari. Quel giorno aveva lasciato a casa il cellulare, i soldi guadagnati nell’ultimo stipendio, tutti i vestiti e il liquido per le lenti a contatto che usava quotidianamente. Al momento della scomparsa, con sé, aveva solo la patente. 

Per comprendere l’enigma della scomparsa di Barbara Agnieszka Wojciechowska, bisogna tornare a dieci anni prima, quando, da giovane mamma di Dominik, avuta dal primo marito è in vacanza in Grecia. Nell’albergo incontra Ferdinando Catuogno, quello che sarà il futuro compagno. I due si innamorano all’istante. I progetti per la loro vita futura la portano a una scelta drastica, trasferirsi in Italia, lasciando i genitori, i fratelli e l’amato lavoro di insegnante.

Da lì incomincia la sua vita a Ponticelli, serena in casa Catuogno, nonostante i problemi economici. Ferdinando resta disoccupato e Barbara sceglie di mettere da parte la sua laurea con il massimo dei voti per trovare un lavoro che l’aiuti a mantenere la famiglia.

Barbara comincia a lavorare cameriera in un ristorante. Ma nel 2015 la donna comincia a manifestare strani comportamenti. Litiga spesso con il compagno per futili motivi e volte sembra assente, come se fosse assorta in pensieri che non può condividere con i suoi. Ma non è finita. Nei giorni precedenti alla sparizione Barbara viveva – stando alle testimonianze dei suoi familiari – un momento di apparente depressione. In un cassetto i familiari trovarono, in una borsa, degli antidepressivi la cui vendita in Italia è proibita. Chi glieli aveva forniti? E perché? Ed ancora: è possibile ipotizzare che qualcuno l’abbia coinvolta in un traffico illecito di farmaci?

 Si è anche accertato che la donna ha utilizzato nei giorni immediatamente precedenti alla scomparsa una carta di credito Mastercard a lei intestata emessa da un istituto di credito polacco, la Bank Zachodni WBK con data di scadenza giugno 2017.

Quel “ti voglio bene” sussurrato alla figlia che fa temere il peggio

Poi succede un episodio altrettanto inquietante: Ferdinando va a prendere Barbara, come di consueto, alla fine del turno al ristorante, ma si anticipa di un quarto d’ora. “Vieni a prendermi, ho finito”, lo chiama Barbara al telefono. “Sono qui, ma tu non ci sei…” risponde allarmato il marito.

La donna allora chiude la telefonata in maniera brusca e richiama dieci minuti dopo indicando come punto di incontro una rotonda poco distante dal ristorante. Quella notte la coppia litiga, Barbara non sa dare una spiegazione a quella menzogna, dice di aver passeggiato, ma è agitata e tormentata. Poi, la mattina del 14 dicembre, esce di casa alle 8 del mattino per andare dal medico a farsi prescrivere le medicine per la figlia più piccola, che è a letto con la febbre. “Ti voglio bene” dice alla primogenita Dominik prima di uscire. E da lì di Barbare non se n’è saputo più nulla.

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