“L’ha uccisa il marito”. Addio a Maria Rosa, 37 anni. Le parole choc dell’uomo ai carabinieri

L’Italia insanguinata dall’ennesimo femminicidio. Sono oltre 80 le donne uccise nel 2023 e anche stavolta, come spesso accade, l’omicidio si è consumato nell’ambito familiare. Mercoledì 20 settembre i carabinieri hanno ricevuto una telefonata: “Venite, c’è una lite in famiglia“. Quando sono arrivati si sono resi conto che la situazione era più grave del previsto: Maria Rosa, moglie e mamma di due figli, è stata ritrovata a terra, senza vita, in una pozza di sangue.

Ad ucciderla sarebbe stato il marito, il 38enne Marco Aiello, di professione idraulico, molto conosciuto a Battipaglia. La coppia si era trasferita da alcuni mesi dal centro del paese nella frazione di Lago. È stato proprio l’uomo a chiamare i carabinieri. Secondo le prime ricostruzioni il femminicidio è stato il fatale esito di una violenta lite scoppiata per gelosia. L’uomo ha fornito la sua versione, ma gli inquirenti stanno cercando di far luce su movente e accaduto.

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Perché Aiello ha ucciso la moglie Maria Rosa Troisi

Il delitto è stato consumato nella villetta che la coppia aveva affitatto in via Flavio Gioia, nella frazione di Lago a Battipaglia, provincia di Salerno. Quando sono arrivati i carabinieri hanno trovato Maria Rosa Troisi, 37 anni, senza vita a terra con una profonda ferita alla gola. È stato il marito Marco Aiello ad ucciderla con un fendente, forse con un coltello, la confessione è arrivata fin dal primo momento.

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Gli uomini del capitano Samuele Bileti stanno indagando sul movente del femminicidio. La lite sarebbe nata per gelosia, l’uomo ha confessato: “Mi tradiva, lo ha ammesso in vacanza“. Proprio per questo l’uomo si sarebbe licenziato lo scorso maggio. Quindi la decisione di vendere la casa e trasferirsi nella frazione di Lago. Poi i due sono andati in vacanza con la famiglia, in Svizzera e a Disneyland. Come riporta la Città di Salerno la donna avrebbe ammesso il tradimento durante il viaggio.

Tuttavia i carabinieri non sono convinti che le cose siano andate così. Al momento dell’omicidio i due figli, di 10 e 8 anni, non erano in casa e si trovavano a pochi metri dai genitori di lui. Potrebbe essere stato l’uomo ad accompagnarli e questa ipotesi aprirebbe lo scenario della premeditazione. La comunità di Lago è sotto choc: lui è conosciuto come un grande lavoratore, lei invece non aveva fatto molte amicizie. Prima di mercoledì non c’erano stati segnali di una situazione difficile, né tantomeno denunce: “La sera prima erano seduti insieme sulla panchina fuori casa loro a ridere e giocare con i loro figli” ha raccontato un testimone.

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