Tragedia Frecce Tricolore, la disperazione del pilota

La tragedia che ha scosso Torino ieri ha lasciato l’intera nazione in lutto. Ma la confessione devastante del maggiore Oscar Del Dò, pilota esperto di un Pony 4 delle Frecce Tricolori, ha aggiunto una nuova dimensione al dolore. «Non ho visto quella macchina», ha detto il pilota, visibilmente sconvolto e distrutto dopo l’incidente.

È emerso che il maggiore Del Dò stava effettuando un giro di prova in vista di un evento speciale organizzato dall’Aeroclub di Torino per il centenario della fondazione dell’Aeronautica Militare quando la tragedia ha colpito. Il racconto del maggiore riassume gli orribili momenti prima dello schianto: «Quando con il paracadute ho toccato terra ho visto un incendio. Sono corso verso il fuoco, ma un uomo mi ha fermato e mi ha detto: “Hai ucciso una bambina”. Da quel momento non riesco a darmi pace».

La tragica sequenza degli eventi è stata causata da un “Bird strike”, ovvero l’urto del velivolo con uno stormo di uccelli. La turbina dell’aereo ha risentito dell’impatto, rendendo l’apparecchio ingovernabile.

Accanto alla carreggiata, un’auto trasportava una famiglia verso casa. La piccola Laura Origliasso, di soli cinque anni, ha perso la vita sul colpo. I suoi genitori, Veronica e Paolo, hanno subito gravi ustioni nel tentativo eroico di salvarla. Il fratello maggiore della bambina ha riportato ustioni sul 15% del suo corpo.

Nel racconto dell’istruttore di scuola guida e padre di Laura, Paolo, l’angoscia è palpabile. «Ho sentito un grosso rumore. Un grosso rumore. E ho cercato di salvare la mia famiglia».

Dopo l’incidente, le indagini sono in corso. La procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione ha aperto un fascicolo per disastro aereo e omicidio colposo e si sta lavorando per ricostruire esattamente cosa è successo quel fatidico pomeriggio. La comunità e l’intera nazione sono in lutto, e tutti gli occhi sono rivolti alla famiglia Origliasso e alla comunità aeronautica, sperando che simili tragedie possano essere prevenute in futuro.

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