“Ciao, leggenda”. Serie A in lutto, il calcio italiano piange uno dei suoi miti assoluti

Piange il calcio italiano, addio alla leggenda che tante emozioni ha regalato: nella sua carriera si è preso anche la soddisfazione, concessa a pochissimi, di parare un rigore a Pelè: insieme a Maradona il più grande calciatore di tutti i tempi. Un ricordo che teneva con sé e che era una sorta di reliquia. Raccontava sempre: “Mi lasciò la maglia e a fine partita mi invitò all’ambasciata brasiliana di piazza Navona per il giorno dopo”. Un cimelio di cui era gelosissimo.

“Maniche lunghe, scudetto ricamato e numeri attaccati con il filo. La tengo nascosta – il suo bellissimo ricordo – insieme a quella di Maradona. Me l’hanno chiesta in tanti, ma è incedibile”. Una carriera, la sua, iniziata nei campi di periferia prima dell’approdo nelle giovanili della Roma, club di cui sarà simbolo vestendo la maglia numero 1 per 13 stagioni.

Calcio italiano in lutto, morto Alberto Ginulfi: parò un rigore a Pelè

Dopo aver vinto il titolo di campione d’Italia nel 1959 con i colori giallorossi nelle categorie giovanili (dove si rivelò quasi imbattibile), Alberto Ginulfi, che oggi ci ha lasciato a 82 anni, esordì in Serie A il 28 ottobre 1962 nella partita interna contro il Lanerossi Vicenza (0-1), conquistando poi la maglia da titolare nella stagione 1969-1970. Dopo aver difeso senza rivali la porta romanista per tre stagioni, dovette cedere il passo a Paolo Conti.

Calcio italiano in lutto morto Alberto Ginulfi parò un rigore a Pelè

Durante il periodo in giallorosso si segnalò inoltre per aver parato un calcio di rigore a Pelé durante l’amichevole capitolina del 3 marzo 1972 contro il Santos; a fine partita lo stesso fuoriclasse brasiliano si complimentò con l’estremo difensore regalandogli la sua maglia, in quanto terzo portiere ad avergli respinto una massima punizione.

Calcio italiano in lutto morto Alberto Ginulfi parò un rigore a Pelè

La sua carriera proseguì nel Verona (1975-1976), disputando una stagione conclusasi con la salvezza della squadra scaligera e il raggiungimento della prima finale di Coppa Italia degli scaligeri. Passò infine alla Fiorentina, come riserva di Massimo Mattolini.

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