TROVATA MORTA SU UNA BARELLA DOPO TRE GIORNI AL PRONTO SOCCORSO

Storie dalle tinte dure, di quelle di cui si fa fatica a parlare e che si riesce difficilmente a leggere, se non con la voce rotta nel ripercorrere quanto accaduto, dal momento che, a volte, la realtà supera di gran lunga l’immaginazione.

sono storie che sembrano il frutto della mente di un regista dell’horror ma la cronaca, quella che ci mette di fronte anche le verità più agghiaccianti, è sempre pronta a dirci cosa è realmente accaduto, lasciando un segno indelebile nelle anime più sensibili.

Dinnanzi ad alcuni casi, l’istinto porterebbe a farsi giustizia da sé, senza aspettare le lungaggini procedurali che non fanno altro che accrescere il dolore dei familiari di chi non fa più parte della dimensione terrena.

Una donna è stata trovata priva di vita su una barella, dopo tre giorni trascorsi al pronto soccorso. Già di per sé, la notizia è a dir poco sconcertante e, non appena si è diffusa a mezzo stampa, in tantissimi sono gli utenti che hanno espresso i loro commenti a dir poco basiti per l’accaduto.

Indubbiamente un caso forte, peraltro verificatosi nella nostra Penisola, che offre notevoli spunti di riflessione e, ovviamente, è pieno di dubbi che dovranno essere fugati da chi sta occupando di quest’assurda vicenda. Vediamo, più in dettaglio, cosa è successo stando ad una dettagliata ricostruzione dei fatti, nella seconda pagina del nostro articolo.

Una donna di 82 anni è era giunta al pronto soccorso dell’ospedale “Ss Annunziata” di Chieti, in Abruzzo, inizialmente nella giornata di lunedì 8 maggio, a causa di un prolasso uterino.“ Dopo alcuni giorni è stato il figlio a ritrovarla, privata di vita, su una barella dello stesso punto di primo intervento. Ma  come sono andati i fatti? L’anziana, l’8 maggio, dunque solo alcuni giorni fa,  è giunta in ps per un prolasso uterino.

La nuora della donna deceduta, in un’intervista rilasciata al Messaggero, ha raccontato cosa è successo dopo: “Dal pronto soccorso ci hanno trasferiti in ginecologia dove, dopo quasi due ore di attesa, è stata effettuata una visita, con relativa prescrizione farmaci”. La stessa sera è  stata dimessa ma le sue  condizioni di salute sono drasticamente peggiorate, necessitando un ricovero.

Il racconto, di cui riprendo fedelmente le parole  della nuora a Messaggero, prosegue così:  “il dolore si è acuito ed è comparso il vomito, abbiamo chiamato il 118 che non voleva neanche portarla via, gli operatori si sono convinti quando la poveretta è caduta addosso a uno di loro”. L’anziana è stata sistemata su una barella del pronto soccorso dell’ospedale,  in un corridoio strettissimo in cui si accalcavano barelle e sedie, pazienti e parenti dei degenti.

E’ sul quella barella che l’82enne è  rimasta per tre giorni, in preda a dolori continui.  “Il mercoledì  (ossia  nel terzo giorno di ricovero) ci hanno chiamati per le dimissioni sostenendo che lei avesse solo un paio di calcoli. In realtà aveva febbre, dolori, era sotto antibiotico e non ci siamo assunti la responsabilità di portarla a casa,”,ha proseguito la nuora. 

La povera donna ha vissuto i suoi ultimi giorni terreni in agonia su quella barella, tra  conati di vomito e richieste continue e disperate di aiuto al personale medico, come testimoniato da chi, in quel frangente, si trovata nel reparto d’emergenza. Venerdì 13 maggio, nel tardo pomeriggio, il figlio, recandosi dalla madre per accertarsi delle sue condizioni di salute, l’ha trovata senza vita. Ovviamente dinnanzi a questa storia, i familiari chiedono di sapere tutta la verità e, ovviamente, vogliono giustizia.

: “La cartella clinica parla di arresto cardiaco, ma quali sono state le cause che hanno portato il cuore a fermarsi? E con un tempestivo soccorso, lei sarebbe ancora viva?”, sono i dubbi, del tutto leciti, della famiglia della vittima. L’autopsia è già stata effettuata ma  per i risultati si dovranno attendere 2 mesi.

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