Psichiatra aggredita, dichiarata morte cerebrale. Al via l’espianto di organi

Dichiarata la morte cerebrale per la psichiatra Barbara Capovani, aggredita da un paziente venerdì davanti all’ospedale di Pisa. Lo annuncia un bollettino medico congiunto dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e dell’Azienda Usl Toscana nord-ovest. “Si è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici – viene riportato -. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla dottoressa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato” della procura di Pisa.

L’arresto dell’aggressore

La polizia ha arrestato un uomo ritenuto responsabile dell’aggressione che ha causato la morte di Barbara Capovani, responsabile della psichiatria territoriale del Santa Chiara. L’uomo, un italiano di 35 anni, è stato fermato dalla squadra mobile ed è stato anche paziente della vittima. Si tratta di un individuo che sui social si definiva uno sciamano e che aveva presentato numerose denunce contro presunti complotti alle forze dell’ordine. Inoltre, l’uomo aveva già ricevuto diverse foglie di via dalle province di Lucca e Prato e pochi mesi fa era stato arrestato per aver preso a testate una guardia giurata al Tribunale di Lucca dove era stato convocato per un processo.

L’uomo fermato vive in Versilia e su Facebook si descriveva come un mediatore fra l’invisibile e il visibile, che collega le dimensioni. L’aggressione contro Barbara Capovani è avvenuta venerdì pomeriggio fuori dal reparto e ha causato gravi lesioni alla testa. La donna è stata operata d’urgenza ma le sue condizioni sono rimaste critiche e, purtroppo, si è poi conclusa la sua vita.

L’arresto dell’uomo è stato possibile grazie all’intervento della polizia, che ha avviato le indagini e raccolto le prove necessarie per individuare il colpevole. L’episodio ha destato grande preoccupazione e indignazione nella comunità locale, e molti hanno espresso la propria solidarietà alla famiglia di Barbara Capovani. L’evento mette in luce la necessità di rafforzare la sicurezza nelle strutture sanitarie, dove gli operatori devono spesso affrontare situazioni di tensione e rischio per la propria incolumità.

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