L’ITALIA PIANGE EMMA, È MORTA NELLA SUA CULLA: AVEVA 17 GIORNI

Le lineette del test di gravidanza che si colorano, l’inizio di un sogno che si sta materializzando, l’attesa di una nuova creatura che presto arricchirà la famiglia, inondandola di gioia e allegria.

I preparativi, la stanzetta con i mobili che profumato di legno nuovo,  i pelouche e i primi doni per la piccola in arrivo, le ecografie tridimensionali e 4D per ingannare l’attesa.

Si fa quel che si può per far scorrere più velocemente il tempo e, intanto, ci si immaginano i lineamenti, iniziano i classici interrogativi legati ad eventuali somiglianze col papà o con la mamma.

I futuri genitori sono immersi in una sorta di bolla, fatta di sogni, speranze, desideri, fino a quando le contrazioni aumento e il fatidico momento del parto è ormai alle porte.

Da qui la corsa in ospedale, il travaglio e il primo pianto con cui la nuova arrivata saluta la vita. Cosa ci può essere di più bello e prezioso di tutto questo?

Immaginiamo la gioia di due genitori dinnanzi alla materializzazione più pura e immensa del loro amore. Quella creaturina che li scruta e loro che rimangono estasiati da ogni sua espressione.  Dopo pochi giorni, mamma e figlia tornato a casa, con, in genere, un’accoglienza festosa di parenti e amici stretti, tra palloncini rosei e un buffet esclusivamente sui toni del pink . Ma tutto questo sogno ad occhi aperti può finire.

Questo quanto accaduto ad una giovane coppia, a soli 17 giorni dalla nascita della loro splendida piccolina che vedete in foto e che si chiama Emma. Papà Francesco, operaio 28enne e mamma Alice, commessa 26enne, si sono ritrovati dai fiocchi rosa e a dalla cicogna che addobbava la loro casa per dare il  benvenuto alla loro creaturina, a vivere un incubo.

I fatti risalgono al 29 settembre 2021. I due neogenitori che vivono a Lovadina di Spresiano, dopo essersi svegliati, si sono recati nella cameretta della loro piccolina e qui si sono trovati di fronte ad una scena agghiacciante. La neonata era priva di sensi, non dava segni di movimento.  Travolti dalla disperazione, hanno immediatamente allertato il Suem 118. I soccorsi sono arrivati.  Presso l’abitazione sono giunti  un’ambulanza, un’auto medica e un elicottero ma la piccola Emma non ce l’ha fatta, è morta durante la corsa in ospedale.

Quel che le è accaduto resta un mistero, un decesso inspiegabile, doloroso, ad appena 17 giorni dalla nascita. I suoi genitori hanno voluto sull’epigrafe una frase profonda, toccante, che ci riga gli occhi di lacrime: “Non piangete, mamma e papà, le lacrime vi impedirebbero di vedere le stelle. Ora sono in Cielo e brillerò per voi”.

Emma Grespan è morta nella sua culla, senza un perché, lasciando nei genitori un vuoto incolmabile; una ferita lacerante che lo scorrere del tempo non potrà mai cancellare. Come si fa a consolare un genitore che ha perso per sempre un figlio? Nessuna parola di conforto, nessun gesto potrebbe servire perché i genitori orfani sopravvivono, in attesa di ricongiungersi al loro piccolo in Paradiso. La loro è una morte in vita, come in tanti la definiscono.

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