San Giuliano Milanese, mistero sulla morte delle due amiche: cosa non torna e cosa hanno trovato i carabinieri

È mistero sulla morte delle due amiche di nazionalità marocchina, una di 28 e l’altra di 31 anni, trovate cadavere nei campi di San Giuliano Milanese. Una delle due aveva chiesto aiuto chiamando i soccorsi e dicendo che erano state travolte da una trebbiatrice. Poi il telefono si era scaricato e per gli agenti era stato impossibile trovare immediatamente il luogo in cui si trovavano. Ad oggi però qualcosa non torna. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera l’ipotesi della trebbiatrice potrebbe non essere valida. A spiegarlo i corpi che hanno lasciato “supporre” altre dinamiche. Per cominciare l’assenza di piante tagliate e, anzi, l’assenza di arbusti piegati da un ipotetico passaggio di una trebbiatrice oppure, ammesso che non fosse quello il mezzo, per esempio da un trattore.

Poi, in un breve spiazzo ricavato tra il granturco, sul terreno c’erano cinque lattine di birra, vuote, e una delle donne era sotto una coperta, su un fianco, rannicchiata, nella tipica posizione di una persona che dorme. La seconda donna, anche lei con la coperta, era invece distesa con le braccia aperte. Non solo, la vicinanza con il boschetto della droga di Rogoredo, potrebbe far pensare che c’entri il tema degli stupefacenti. Infatti sul posto è stata rinvenuta della carta stagnola. Motivo questo che può far pensare che le amiche avrebbero raggiunto la zona in cerca di droga e lì avrebbero sostato.

Non è poi esclusa la presenza di altre persone, cristallizzate da impronte. Le due ragazze erano amiche di lunga data e da quanto raccontato dalla famiglia non avevano un’abitazione, ma giravano per i campi, munite di zampironi, di bottiglie di birra, di quelle coperte, e del cibo in scatola. Da un primo esame visivo delle salme, secondo gli inquirenti, le ferite sarebbero comunque compatibili con un urto da mezzo pesante.

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