Si mette male per Renzi: accerchiato da Conte e Letta, due nemici giurati a capo di M5S e Pd

Dunque, alla fine Letta dice sì e accetta di candidarsi a successore di Zingaretti alla guida del Pd. E i retroscenisti più accaniti si spingono a intravedere possibili ritorni di figliol prodighi alla casa madre in Largo del Nazareno. I può quotati per un rientro rapido e indolore sarebbero, a detta degli analisti esperti, Bersani – di cui Letta fu il vice – e Roberto Speranza. Entrambi transfughi dal Pd che si sono ritrovati sotto il vessillo un po’ logoro e sfilacciato di Articolo 1-Mpd. Tutti e due accomunati tra di loro e a Enrico Letta da un minimo comune multiplo: il risentimento per quell’addio ai dem – o al governo Conte nel caso di Speranza – per colpa di Renzi. Lo stesso motivo che poi è quello che allontana l’ipotesi di un riavvicinamento del leader di Italia Viva al Partito Democratico.

Renzi accerchiato da Letta e Conte: i 2 ex premier che ha defenestrato

Non a caso, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina ad Agorà su Rai Tre, dando per assai probabile la candidatura di Letta a segretario del Pd, ha anticipato sibillinamente: «Adesso Renzi si ritroverà con il M5S con a capo Conte e il Pd con a capo Letta. Gli faccio tanti auguri». E in effetti ne ha proprio bisogno… Il numero uno di IV, sempre meno amato dai sondaggi e inviso a gran parte degli ex colleghi del Pd che ha capitanato tra polemiche e acrimoniose faide interne, ora è davvero circondato. Dai due ex premier che ha letteralmente “fatto fuori” e senza troppi complimenti. Certo, lo slittamento delle elezioni amministrative in autunno fa dubitare sul percorso minato avviato con l’ultimo esecutivo verso un asse giallorosso ancora in via di definizione. Ma è altresì plausibile ipotizzare che la strada tracciata ormai sia questa.

Il primo nodo da sciogliere per Letta sarà quello del rapporto con il M5S

Non sfugge a nessuno che, in qualunque modo dovesse evolvere, la situazione che vede Conte destinato a diventare il nuovo capo politico dei 5S porta al bivio col un suo possibile compito di federatore di una nuova coalizione di centrosinistra. E allora? Allora sopra il cielo dell’ex premier toscano, rischiarato dall’arrivo di Draghi, cominciano ad addensarsi molte nuvole. Con i satelliti degli scissionisti che non escludono il ritorno nel Pd. Cosa che, è evidente, al partito garantirebbe un ritorno di fiamma con l’elettorato più spostato a sinistra. E con il M5S che fiata sul collo dei dem, pronti a nuovi patti (e altre possibili ammucchiate). Come sottolinea infatti, e non a caso, in queste il sito di Money a riguardo, «oltre alle imminenti nomine che il nuovo Governo dovrà fare, circa 500 poltrone tra le principali partecipate. Il primo nodo da sciogliere per Letta sarà quello del rapporto con il Movimento 5 Stelle». Insomma, comunque la si rigiri, per Renzi non si mette al meglio. Stavolta per lui c’è davvero poco di cui stare… sereno.

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