Giuseppe Conte torna in cattedra, la denuncia di FdI: “Prima lezione sulla politica. Usa l’università per fare propaganda?”

Giuseppe Conte si reinventa. L’avvocato, lasciato Palazzo Chigi, torna dietro la cattedra unendo le due esperienza: insegnamento e politica. Un fatto contestato da Fratelli d’Italia che punta il dito: “Apprendiamo che l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte si recherà venerdì prossimo all’Università di Firenze dove è docente ordinario di diritto privato”. Fin qui nulla di nuovo dato che si tratta di lavoro. Peccato però che il fu presidente del Consiglio non si limiti a questo.

“Ciò che riteniamo grave – fanno sapere i deputati Giovanni Donzelli e Paola Frassinetti che chiedono un’interrogazione – è il fatto che Conte terrà una lezione in diretta video-streaming trasmessa sul sito dell’Università, per parlare della sua esperienza al governo”. Insomma, un auto-proselitismo. “Ora che non ha più poltrone dalle quali concionare, non usi l’Università pubblica come pulpito per fare propaganda politica”. D’altronde Conte potrebbe non aver affatto accantonato l’idea di tornare in politica. Magari proprio alla guida del Movimento 5 Stelle, come tanti grillini vorrebbero.

L’Ateneo fiorentino, prima della disfatta del Conte bis, si diceva pronto ad accogliere in qualsiasi momento il suo docente. E così è stato. “Noi lo accogliamo ben volentieri a fare il suo lavoro”, aveva detto il rettore Luigi Dei. Il ritorno dell’ex premier tra gli studenti è stato realizzato in tempi record. “Se i suoi corsi sono calendarizzati per il secondo semestre – faceva sapere sempre il rettore – potrebbe tornare subito in classe, se invece fossero già stati fatti dai suoi sostituti Conte tornerebbe a fare l’attività di professore, ricevendo studenti, facendo esami e ricerca, in attesa di tornare in cattedra a settembre-ottobre”. Conte avrà anche una riunione con la presidente della Scuola di Giurisprudenza, Paola Lucarelli, e con il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Andrea Simoncini per definire i suoi prossimi impegni didattici come ordinario di diritto privato dopo i tre anni di aspettativa automatica.

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