Pugile senegalese: “Lo Ius Soli è una necessità per noi immigrati: Draghi lo approvi”

“Sono Mouhamed Ali Ndiaye, un Italo-Senegalese. Vivo in Italia da 21 anni, ho fatto un percorso simile a tantissimi immigrati da vu compra’ fino a diventare Campione d’Italia e della Comunità Europea di pugilato”. Comincia così la lettera del campione di boxe indirizzata al presidente del consiglio Mario Draghi e al suo governo. “Vorrei chiederle, caro Presidente, di far sì che tantissimi bambini immigrati, nati e cresciuti in Italia, di qualunque provenienza, come i miei tre figli, abbiano la possibilità di ottenere subito la cittadinanza italiana e perché questo sia possibile chiedo a questo Governo di avere il coraggio di votare e approvare la legge sullo Ius Soli. L’Italia è simile al Senegal, mio paese d’origine, per la simpatia e l’ironia delle persone. Però ho notato, in questi ultimi 15 anni, un peggioramento di tante cose. Nei comportamenti il clima del Paese è cambiato: manca serenità e c’è paura e diffidenza da parte della popolazione”. Lo scrive La Nazione.

“L’approvazione dello Ius Soli – conclude – potrebbe contribuire a migliorare culturalmente il Paese, rafforzando l’integrazione con le comunità dei cittadini stranieri. Questo potrebbe rendere più giuste e sicure tante cose migliorando il clima sociale. Mi permetto di fare due esempi: alle Poste ci sono tanti problemi di comunicazione tra operatori e cittadini stranieri. Negli ospedali ci sono vere e proprie barriere linguistiche. Occorre aprire le istituzioni alla diversità, creando i presupposti di una società integrata. La legge sullo Ius Soli andrebbe in questa direzione. A nome di tanti nuovi cittadini e dei loro figli, le chiedo, signor Presidente, di far sì che sia approvata”.

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