Nicola Zingaretti “piegato a 90”. Draghi e Salvini, la rivolta dentro il Pd: come umiliano il segretario-zimbello

Mario Draghi sta lavorando per formare un esecutivo politico in cui entrino i leader. Il premier incaricato vuole che nella maggioranza entri anche la Lega. Non solo perché “è il primo partito del Paese e per il peso che ha sul mondo imprenditoriale del Nord”, ma anche per rompere quell’alleanza sovranista e trovarsi all’opposizione due colossi come il Carroccio e Fratelli d’Italia.  Matteo Salvini, su suggerimento anche di Giancarlo Giorgetti, pare si sia convinto a “tradire” l’alleata Meloni ed ad accettare l’ipotesi che gli ha proposto l’ex governatore della Bce.

Salvini, infatti scrive il Giornale, “sarebbe prontissimo a fare il ministro.” Circostanza che ha fatto sollevare Pd e Leu. I due partiti fanno una sostanziale differenza: “una cosa, infatti, è una maggioranza Ursula con dentro Forza Italia, altra un perimetro in cui rientri anche la Lega”. Nella prima ipotesi i dem e Leu vorrebbero un governo politico, nella seconda chiederebbero che il governo fosse formato da tecnici d’area: il contrario di quello che vuole e su cui sta lavorando Mario Draghi. Nicola Zingaretti, fanno sapere dal Nazareno, sarebbe impossibile sedersi in Consiglio dei ministri al fianco di Salvini. La fiducia, ha fatto saper e il Pd a SuperMario, per far nascere il governo non è in discussione, “ma che se non ci sarà una omogeneità” di progetto politico e di programmi i dem entreranno solo con tecnici d’area”.

Una prospettiva  che non piace a Draghi, soprattutto perché il suo governo nascerebbe già debole e con tutte le questioni e i problemi da affrontare non è certo la prospettiva ideale per provare a salvare il Paese dalla crisi economica e sanitaria. La replica di  Draghi però non si è fatta attendere ed è stata decisa: “La sintesi la faccio io, poi voi farete le vostre valutazioni e mi direte se è ripugnante o meno”. Una presa di posizione netta e forte, aiutata anche dal grande peso politico che ha Draghi ora col sostegno del Quirinale. Il Pd, in questo momento, tra l’altro non è nelle condizioni di mettere veti o chiedere condizioni, venendo dal fallimento del Conte bis. E già al Nazareno, saputo il pensiero di Draghi hanno ironizzato sulla delicata posizione del segretari: “Dopo la gestione di questa crisi, Nicola è a 90 draghi”.

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