Mario Draghi, “se fallisce niente voto anticipato”. Retroscena dal Quirinale: chi diventerà premier

Mario Draghi, secondo alcune versioni, è salito al Quirinale “sballottato e disorientato”, se non “spaventato” dall’impegno che lo attende. Sa di non avere un compito facile e c’è anche chi paragona la scelta di Mattarella a quella che fece Napolitano con Monti. Dal Quirinale, però, fanno far sapere che non c’è nulla di simile. Quella volta, scrive il Fatto quotidiano, Napolitano scelse e contattò anche i ministri dopo aver deciso di nominare Monti senatore a vita e dargli l’incarico di formare un governo. Stavolta il capo dello Stato ha chiamato Draghi solo dopo aver saputo da Fico che per il Conte ter non c’era nulla da fare. L’incarico all’ex governatore della Bce  è “molto libero”: non ha paletti, né scadenze da rispettare.

Il premier incaricato non ha l’appoggio di nessun partito, per ora, con l’eccezione del Pd diviso. Gli scenari per la maggioranza che eventualmente troverà, vanno dalla “maggioranza Ursula, i giallorossi più Forza Italia, a un governissimo con dentro persino Matteo Salvini”, scrive sempre il Fatto. Libertà d’azione per Draghi sui ministri da scegliere: ministri tecnici ma pure politici. Al Colle c’è tensione per il momento e per il rischio che Draghi corre e, secondo alcune fonti, Mattarella avrebbe fatto capire a quei  cinquestelle che ancora si sentono orfani di Conte che se Draghi dovesse fallire, non saranno ancora sciolte le Camere e non si andrà ad elezioni anticipate.

Ci sarebbe un ulteriore piano B: conferire un incarico a Cartabia o Lamorgese – due donne, la prima ex presidente della Consulta, la seconda ministro dell’Interno – per un esecutivo elettorale con le urne a giugno. Insomma Draghi deve farcela è il consiglio che arriva dal Colle e il suo non  sarà un governo a tempo. Dal Quirinale sperano molto in un cambio di passo dei cinquestelle e del fatto che possano dimostrare una certa sensibilità istituzionale.

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