“C’è un legame fra ong e clandestini”. E Casarini lo trascina in tribunale

Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, questa mattina è stato convocato dal tribunale di Palermo per testimoniare sulla querela sporta nei suoi confronti da parte di Luca Casarini, attivista e leader del movimento No-global al G8 di Genova.

Questa mattina Di Stefano si è presentato in aula e ha risposto alle domande che gli sono state poste dal gudice in merito a una vicenda che risale a circa un anno fa. All’uscita del tribunale, il sindaco del comune dell’area metropolitana di Milano ha registrato un video condiviso sui social in cui spiega i motivi per i quali ora si trova a processo a Palermo.

“Circa un anno fa, un oratorio della mia città ha organizzato una cena per raccogliere i fondi da destinare alla sua Ong”, ha detto Roberto Di Stefano raccontando li antefatti che l’hanno portato a Palermo. “Pur rispettando le idee di tutti, avevo semplicemente fatto notare che l’oratorio non fosse il luogo più adeguato per fare politica, ricordando come lo stesso Casarini fosse stato indagato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Cosa certificata, poi, dalla realtà”, ha continuato Roberto Di Stefano. Il sindaco di Sesto San Giovanni ha evidenziato come il leader no-global pare sia solito adire le vie legali. “Anche Matteo Salvini è stato querelato da Casarini. In pratica, questo signore non vuole che si dica che c’è un legame tra alcune Ong e i clandestini. Immaginatevi quale grande offesa nei suoi confronti”.

Roberto Di Stefano nel suo intervento video ha difeso i principi fondanti della democrazia: “Forse, una certa sinistra non sa che la libertà di pensiero e di critica sono tutelate dalla Costituzione. Mi dispiace che la giustizia italiana debba perder tempo su queste cose”. Poi, in chiusura, promette di non fare nemmeno un passo indietro per portare avanti le battaglie della Lega in favore del Paese: “Insieme a Matteo Salvini ​continueremo sempre la nostra sacrosanta battaglia contro il business dell’immigrazione, senza nessun bavaglio. E se a qualcuno dà fastidio sappia che siamo in democrazia e si possono liberamente esprimere le proprie idee”.

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