Il “no” di Cesa terrorizza Di Maio e i 5stelle. Appello in chat a Conte: «Basta veti su Renzi»

Prima lo stupore, poi il panico. Il M5S immerso nella crisi di governo è un’altalena di stati d’animo. Ma su tutti a prevalere è il terrore che la cosiddetta “operazione costruttori” vada a farsi benedire. È puro terrore quello che si è materializzato nel momento in cui le agenzie hanno battuto la notizia che l’Udc di Cesa si era sfilato dal Conte-ter: «Non siamo in vendita». Parole nette che appunto gettavano nel panico Di Maio e compagni, fino a imporre loro un’inversione a “u” sulla gestione della crisi. Nelle chat grilline è un susseguirsi di proposte e recriminazioni. Ieri, quando a Palazzo Chigi si respirava ottimismo, contro Renzi si diceva la qualunque. Anche l’ex-capo politico grillino aveva bollato l’apertura della crisi di governo come «un gesto che divide per sempre le nostre strade».

Di Maio solo ieri: «Mai più con lui»

Di Maio, si sa, è il più lesto di tutti a rimangiarsi impegni solennemente assunti. Ne ha fatto addirittura indigestione. Ma nessuno poteva immaginare che nel giro di 24 ore il “mai più” con il Rottamatore lasciasse il posto a più miti consigli. Non l’ha fatto lui personalmente, ma in chat i suoi non parlano d’altro. E sono in tanti a caldeggiare la ripresa del dialogo con Italia Viva per scongiurare una fine traumatica della legislatura e il conseguente e ritorno al voto, vero spauracchio di queste ore concitate. «Il premier non può tenerci tutti in ostaggio – si sfoga un parlamentare -. Deve dimettersi in modo da sbloccare il Conte-ter. E deve far cadere il veto su Iv».

I grillini: «Non ci immoleremo per il premier»

Il problema è che un nuovo governo significa mettere mano a quello che c’è, con un probabile ridimensionamento della componente grillina. Ma ai peones che temono per la poltrona interessa ben poco. «I vertici si sono impuntati – lamenta un deputato -, non vogliono cambiare niente. E invece nei gruppi molti chiedono di sostituire chi finora non ha lavorato bene». I riflettori sono puntati sulle prossime mosse del premier. Nei giorni scorsi Conte ha chiuso la porta a Iv. «Lo ha fatto lui, non noi», recrimina un altro onorevole 5Stelle. «Noi stiamo col premier – prosegue – ma se dovesse ostinatamente rimanere sulle sue posizioni non andremmo certo a immolarci per lui…». Per Conte strada ancora più in salita. E per Di Maio, se possibile, è ancora peggio

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