Inizia un altro anno di “scippi”. Tutte le “rapine” sulle pensioni

Per i pensionati si apre un anno durissimo. Il governo di fatto ha mantenuto lo schema sulle rivalutazioni delle pensioni che penalizza gli assegni e dunque per chi è a riposo dopo una vita passata a lavorare arriveranno adeguamenti mancia al costo della vita sull’importo del trattamento previdenziale.

E dunque è arrivato il momento di fare per bene i conti in tasca per una categoria che viene sempre più ignorata e dimenticata dal governo giallorosso.


Gli importi del 2021

A determinare già gli importi per il 2021 è stato il decreto dello scorso 16 novembre. L’esecutivo ha infatti fissato allo 0,0 per cento il tasso di previsione per tutti gli assegni che verranno erogati dall’1 gennaio del 2021. Ma per comprendere bene le cifre degli assegni bisogna tenere conto anche conto della rivalutazione dello scorso anno. Sempre nel decreto del 16 novembre scorso viene ricordato che la rivalutazione automatica in base al costo della vita sarà dello 0,5 per cento rispetto allo 0,4 previsto. Dunque questo dà diritto ai pensionati ad un incasso con conguaglio nel corso del 2021.

Infatti nei dodici mesi di questo anno verrà erogato un mini assegno extra, una tantum, per incasellare il conguaglio. E in questo modo nel rateo entrerà la quota venuta a mancare lo scorso anno. Su questo calcoli si palesa l’amara sorpresa per milioni di pensionati che avranno nel corso del 2021 un aumento che prevede un extra che può andare da 10 a 25 euro. Per l’esattezza l’incremento su base annuale va da una quota base di 13 euro ad una massima di 26 euro. Ma non finisce qui.


Botta sugli assegni

Per tutto il 2021 resterà in vigore, come già ricordato più volte, il sistema penalizzante della rivalutazione degli assegni che si protrae ormai da circa 8 anni. Un sistema così ripartito: gli assegni avranno un adeguamento del 100 per cento fino a quattro volte il minimo, del 90 per cento fino a cinque volte il minimo e del 75 per cento per gli assegni oltre questa soglia. Un sistema questo che il governo ha più volte provato ad estendere per tutto il 2022, ma che al momento, secondo quanto riportato dal testo della finanziaria dovrebbe fermarsi il 31 dicembre del 2021. E in base a questo sistema, anche nel 2021 milioni di pensionati subiranno lo scippo voluto per decreto. L’ammanco medio sarà di circa 960 euro lordi. Una voragine che l’esecutivo giallorosso non ha alcuna intenzione di andare a colmare. La mazzata sugli assegni può anche arrivare ad un mancato incasso di 1.490 euro su base annua per tutti gli importi che ammontano a circa 1.960 euro lordi mensili, secondo quanto riportato da uno studio Uil qualche tempo fa. Insomma questo 2021 che è appena iniziato potrebbe sottrarre alle tasche dei pensionati quasi 1500 euro.

Diritto negato

Soldi che sono un diritto di ciascun pensionato ma che decreti e proroghe dei vari governi che si sono accavallati in questi anni hanno reso del tutto inesigibili. Insomma il nuovo anno consegna ai pensionati il solito boccone amaro da digerire. Un’altra rapina di Stato che peserà ancora a lungo nelle tasche di chi ha versato i contributi e deve fare i conti con assegni tagliati ormai da troppo tempo…

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