Poliziotto ferito dai No-Tav soccorso con una carriola: “Come un sacco di patate”, il caso che indigna

Prima a spalla grazie ai colleghi di polizia e poi trascinato per un sentiero di montagna fino all’auto di servizio “a bordo di una carriola da muratore come un sacco di patate”. Questo è quello che è accaduto ad un agente di polizia domenica al cantiere Tavdi Chiomonte, in provincia di Torino, ad un agente del III Reparto mobile di Milano rimasto ferito durante un servizio nei boschi della Val Susa. Per affrontare i No Tav i poliziotti avevano tutto l’equipaggiamento del caso: protezioni, casco, maschere antigas, scudo antisommossa. 

Un banale incidente: la perdita dell’equilibrio, il piede appoggiato male la caviglia si rovina I colleghi lo lasciano lì con un altro uomo e procedono incontro ai manifestanti respinti dopo alcuni scontri. Al ritorno, sul sentiero, incontrano il loro collega ferito e lo trascinano a peso giù dalla montagna. Al checkpoint nessun sanitario e allora il poliziotto viene caricato su una carriola da muratore poi alla macchina di servizio per arrivare poi in ospedale. Dieci giorni di prognosi è il verdetto del nosocomio. Scattano subito le polemiche, sopratutto per la “mancanza di mezzi di soccorso” sul posto. “Siamo stufi di dover contare feriti, nella speranza che non si arrivi a qualcosa di più grave, spiega al Giornale.it il segretario provinciale Fsp Polizia di Stato, Pasquale Alessandro Griesi, “i reparti mobili negli anni hanno pagato un prezzo altissimo al cantiere TAV, con feriti gravi causati da delinquenti abituali privi di ogni scrupolo”. 

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