Cristianofobia, spot natalizio rifiutato perché contiene la parola “cristiani”: “Parola scioccante”. Poi la marcia indietro

 Nella laicissima Francia, quella disposta a tutto pur di difendere la libertà di espressione di un settimanale come Charlie Hebdo, quella che non teme di affrontare la decapitazione dei suoi insegnanti a scuola e quella dei suoi fedeli in chiesa pur di rivendicare il diritto a pubblicare vignette offensive su Dio e Maometto, quella che non arretra davanti al boicottaggio internazionale dei suoi prodotti per non rinnegare il diritto di tutti a esprimere la propria opinione; in un simile paese, l’ente pubblico di diffusione radiofonica accetta pubblicità (pagate profumatamente) solo se dallo spot viene censurata la parola «cristiani».

LA PAROLA «CRISTIANI» PUÒ ESSERE «SCIOCCANTE» – Non è uno scherzo, ma quello che l’associazione parigina l’Œuvre d’Orient, che dal 1856 sostiene i cristiani d’Oriente, si è vista rispondere da Radio Inter, una delle maggiori radio pubbliche comprese in Radio France. È a questa emittente che l’associazione cattolica, come ogni anno, si è rivolta per diffondere uno spot natalizio. Ma quest’anno la radio pubblica francese, riporta Le Figaro, ha risposto picche perché, ha spiegato in una nota, «i messaggi pubblicitari non devono contenere alcun elemento che possa scioccare le convinzioni religiose, filosofiche o politiche degli ascoltatori». E anche se alla fine, dopo numerose proteste, l’emittente ha accettato lo spot, anche per mettere a tacere lo scandalo, il fatto è preoccupante.

Che cosa c’è infatti di tanto «scioccante» in una associazione che raccoglie fondi per costruire scuole, case, chiese e ospedali allo scopo di aiutare i cristiani perseguitati del Medio Oriente e in generale le popolazioni colpite dalla guerra a prescindere dalla loro religione? Non si capisce, ma Radio France ribadisce che «uno dei nostri principi è tendere a una pubblicità neutra sulle questioni religiose, morali o politiche. Non diffondiamo quindi pubblicità che fanno riferimento a particolare comunità religiose o politiche».

LA MARCIA INDIETRO

Non è proprio così. L’Œuvre d’Orient ha diffuso attraverso France Inter i suoi spot di Natale nel 2017, 2018 e 2019, oltre che quello pasquale ad aprile. Tutti sono stati debitamente pagati e in tutti si faceva riferimento esplicito ai cristiani. Radio France ha però lamentato che in seguito a uno spot di «sostegno al Libano» diffuso il 30 settembre, per aiutare il paese colpito dalla terribile esplosione al porto di Beirut, molti radioascoltatori si sono lamentati con l’emittente richiamandola «alla neutralità religiosa».

Non è la prima volta che l’Œuvre d’Orient si ritrova in questa situazione. Nel 2015 dalle affissioni in metropolitana di un concerto a scopo benefico era stata cancellata la parola «cristiani» con la scusa della neutralità. La Ratp, l’ente autonomo dei trasporti parigini, si è poi scusato, ripristinando la pubblicità originale e concedendo spazi in più gratuitamente. La stessa cosa è avvenuta anche in questo caso: secondo quanto riportato da Le Point, France Inter avrebbe infine accettato di trasmettere la pubblicità visto che i fondi raccolti «andranno a beneficio di tutti, a prescindere dalla religione».

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