Immigrazione, indietro tutta: l’Italia è tornata a 2 anni fa

Quello del 2020 è stato un anno particolarmente travagliato sotto il profilo dell’immigrazione in Italia. I migranti, a bordo di gommoni e barchini, sono arrivati in diverse migliaia portando non pochi problemi alla macchina del sistema di accoglienza che ha dovuto far fronte agli imponenti numeri in un contesto sanitario precario a causa del coronavirus.

I dati allarmanti del 2020

Il 2020 è senza dubbio l’anno che si caratterizza per l’imponente arrivo di migranti provenienti dall’altra parte del Mediterraneo con 25.919 stranieri giunti nel territorio nazionale. Le Regioni meridionali, Sicilia in primis, sono state quelle maggiormente interessate dal fenomeno. Il flusso degli arrivi ha fatto suonare il campanello d’allarme già in primavera, in pieno lockdown, per poi trovare l’exploit d’estate. Il sistema di accoglienza diretto da Roma non si è fatto mai trovare pronto e adeguato. Gli arrivi hanno messo più volte in crisi la gestione degli hotspot e dei centri di accoglienza: le strutture hanno spesso ospitato un numero di stranieri ben oltre i posti a disposizione. Caso emblematico quello di Lampedusa dove sono state accolte anche più di mille persone in uno spazio adibito ad ospitarne 95. Il tutto durante la pandemia che obbliga al rispetto delle distanze. L’estate è finita e, stando ai dati che continuano ad essere pubblicati dal Viminale, il fenomeno migratorio non accenna ad arrestarsi. Emergenza migranti a LampedusaPubblica sul tuo sito

Quei “numeri record” che spaventano

Che in questo 2020 i dati relativi agli sbarchi dovessero segnalare una netta crescita era da mettere in conto. Del resto i numeri registravano un trend in aumento già sul finire dell’anno passato. Era difficile attendersi però cifre così alte sia rispetto al 2019 che al 2018. Dal primo gennaio fino al 15 ottobre del 2019, infatti, sono arrivati irregolarmente 8.464 migranti. Il raffronto con lo stesso periodo del 2020 è decisamente impietoso: di fatto il numero degli sbarchi si è triplicato.

Andando invece al 2018, tra gennaio e ottobre il Viminale ha registrato ufficialmente 21.755 ingressi irregolari nel nostro territorio. L’Italia sembra quindi essere tornata indietro di due anni, a quando a Palazzo Chigi c’era ancora Paolo Gentiloni. Le cifre e i numeri di questa pesante annata sono in grado di confermare una tendenza sempre più difficile da gestire e danno l’idea di come, negli ultimi 12 mesi, molto più di qualcosa è andato storto.

“Il vero problema è la rotta tunisina”

Analizzando le cifre salta fuori anche un altro dato, quello relativo alla nazionalità dei migranti giunti nel 2020. Quasi la metà – 10.745, pari al 41% del totale – sono tunisini. E che il principale problema riguardi questa rotta lo confermano anche fonti della Guardia Costiera interpellate da IlGiornale.it: “Il flusso migratorio dalla Libia è rimasto stabile – dichiara un funzionario del corpo militare – Il vero aumento ha riguardato la tratta tunisina. Da qui abbiamo avuto i principali problemi, rispetto allo scorso anno il numero di barconi arrivati da questo Paese è notevolmente aumentato”.

Sul perché di questi dati pesa e non poco il deterioramento delle condizioni economiche in Tunisia a seguito delle misure anti coronvavirus. Al contrario della Libia però, in questa nazione non ci sono guerre e c’è un governo regolarmente in carica: “E infatti – hanno aggiunto fonti della Guardia Costiera – adesso la vera speranza in previsione futura è che vadano in porto gli accordi presi con Tunisi. Serve la collaborazione delle autorità locali per frenare il massiccio flusso migratorio”. Ma da questo punto di vista le ultime notizie non appaiono certo confortanti: le missioni della Lamorgese e di Di Maio ad agosto non hanno sortito gli effetti sperati. Le intese con il governo tunisino annunciate dal nostro ministro degli Esteri sono arrivate tardi, quando già in migliaia erano sbarcati. E per di più al momento non hanno arrestato il flusso migratorio.

“La crisi degli sbarchi è una vergogna”

Sui dati allarmanti si è espresso il presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen Eugenio Zoffili: “La crisi degli sbarchi – ha detto a IlGiornale.it – è una vergogna di cui questo governo deve assumersi le responsabilità in tutti i sensi, sia dal punto di vista delle tragedie del mare, sia per quanto riguarda i rischi a cui espone i cittadini italiani. Non solo l’immigrazione aumenta il giro di affari dei trafficanti di esseri umani, della malavita italiana e straniera, ma quel che è peggio rappresenta una minaccia crescente anche sul fronte sanitario, alla luce dei moltissimi clandestini positivi al Covid che sbarcano in continuazione sulle nostre coste”. Secondo il deputato della Lega il contesto che si è venuto a creare sul sistema legato alla gestione dell’accoglienza rischia di creare seri problemi sul territorio nazionale: “La situazione è ormai fuori controllo – ha aggiunto Eugenio Zoffili – nonostante gli sforzi eroici degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine che fanno sacrifici immani per far fronte alle carenze di uomini, mezzi e risorse per far arginare questa crisi. Occorre una presa di coscienza al più presto, perché avanti così rischiamo che il Paese precipiti nel caos”.

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