Riceve esito tampone del figlio, ma il bimbo è morto 18 mesi fa

È il 9 ottobre scorso quando Lorenzo Vieri, geometra fiorentino, riceve una “strana” busta dell’Asl Toscana Centro, presidio ospedaliero di Prato.

All’interno, riporta Notizie.it, un referto. Si tratta dell’esito del tampone rinofaringeo per il virus Sars-Cov-2 eseguito a suo figlio Guglielmo. Il bimbo, però, è morto 18 mesi fa per arresto cardiaco, come conseguenza della polimicrogiria, una grave malformazione alla corteccia cerebrale. Secondo questo foglio, corredato di numero di richiesta e identificativo del paziente, il bambino, nato il 10 febbraio 2019 all’ospedale di Careggi di Firenze e, dopo un mese in terapia intensiva, morto il 22 marzo dello stesso anno all’ospedale pediatrico Meyer, avrebbe eseguito il tampone il 29 settembre 2020, alle 14,04. Oltre 18 mesi prima, quando il Covid non c’era ancora. Mentre, il richiedente sarebbe un non meglio specificato Istituto medico toscano e l’esito è a dir poco grottesco: “Non rilevato”.

E l’intestatario del referto è il reparto di patologia clinica dell’ospedale di Prato diretto dal dottor Ismaele Fusco. “Ma io non conosco il dottor Fusco e non sono mai andato all’ospedale di Prato. Non capisco come abbiano fatto a redigere un referto tanto sconcertante”, racconta il 33enne di Firenze, ancora sotto choc. Il padre di Guglielmo, oltre ad aver subito la perdita del figlio appena nato per una malformazione non diagnosticata durante le ecografie della gravidanza e una successiva risonanza magnetica, con la conseguente fine del suo matrimonio, si trova a fare ancora i conti con un’altra falla del sitema sanitario. Un assurdo errore medico lasciato passare senza alcuna verifica da parte dell’Asl.

“Ma, se vogliamo, la cosa ancor più agghiacciante – continua Vieri – è che nel documento si dice che il referto originale è conservato presso il laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale di Prato. Sarei curioso di sapere che cosa c’è scritto. Io non ho ancora chiamato l’Asl per chiedere spiegazioni ma ho già contattato il mio avvocato e mi riservo azioni legali nei loro confronti”. In risposta alla grottesca mancanza dell’azienda sanitaria locale, Luca Biagi, legale del padre di Guglielmo, ha formulato un’espressa riserva di azione per i danni morali recati al suo assistito. “Mai visto una cosa del genere. Di un cattivo gusto incredibile. Questo sarebbe il modo in cui ci tratta la nostra sanità che paghiamo profumatamente e il sistema falsato con cui conteggiano il numero di tamponi Covid giornalieri”, ha detto il legale. Un flop che getta ulteriori ombre su un sistema diagnostico dall’affidabilità più volte dubbia. E dal ministero della Salute, per ora, nessuna mossa per evitare altri errori a spese dei contribuenti.

il giornale.it

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