Avevamo la borsa… poi l’abbiamo venduta

Borsa Italiana, di proprietà degli inglesi di London Stock Exchange, è stata venduta per 4,3 miliardi di euro ai francesi di Euronext dopo essere stata acquistata per 1,6 miliardi con un utile netto dall’operazione di 2,7 miliardi.

E bravi gli inglesi.

Chi sono stati a comprare? I francesi di Euronext insieme a due nuovi investitori italiani che avranno un potere pari a quello dei cugini transalpini: infatti l’8% sarà di CDP e il 2% di Banca San Paolo Intesa.

C’è chi sostiene che questo è un grande successo io penso invece che sia l’immagine del declino di un Paese come il nostro che non ha un briciolo di politica industriale di lungo periodo.

Ripercorriamo i fatti: avevamo un tempo Borsa Italiana, che abbiamo venduto agli inglesi, i quali l’hanno gestita a quanto pare bene e ci hanno guadagnato un botto di soldi ed ora gli inglesi la rivendono a noi italiani insieme ai nostri cugini francesi.

Ma ormai il Paese è completamente rintontito e quindi nessuno si pone delle domande terra terra: i più dei commentatori finanziari infatti applaudono a questa iniziativa mentre i pochi altri non ne fanno verbo.

È come dire che in Italia 10 anni fa avevamo il parmigiano reggiano ma siccome non sapevamo gestirlo lo abbiamo venduto agli inglesi i quali dopo 10 anni ce lo hanno ritornato a vendere a 3 volte il prezzo iniziale.

Giù applausi a scena aperta!

Evviva l’Italia!

Ma torniamo a parlare di tendenze di mercato che è meglio.

Negli Usa arrivano i dollari!

Si discute infatti di dare ancora panem ed circenses a pioggia per 1.8 miliardi di dollari poco prima delle elezioni e le Borse ringraziano e volano!

Si aggiunga, mi sembra, stando a quelli che ne sanno più di me, anche di un presunto sorpasso di Biden su Trump (non che mi piacciano entrambi per intenderci… poi io francamente ormai da anni sto lontano dalla politica e sono vicino solo al mio portafoglio) e i mercati hanno reagito positivamente.

Wall Street si sta avviando a toccare di nuovo i massimi storici e questo purtroppo avverrà in prossimità delle elezioni Usa e quindi il risultato delle elezioni Usa condizionerà l’immediato futuro.

Detto in termini tecnici avremo un ulteriore futuro massimo storico o un doppio massimo con successivo ritracciamento di mesi se non anni?

Diciamo di nuovo che la pandemia purtroppo aiuta e la scopracciata di rialzo non si fermerà: i titoli FAANG continueranno a macinare utili mentre quelli dell’economia tradizionale seguiranno a ruota anche se con molta calma. Ormai rivedremo un inverno con un pattern consolidato.

Su quali azioni puntare? Tra tutte le azioni italiane segnaliamo Biesse.

Biesse: la semestrale 2020 ha indicato che la società è stata colpita duramente dal Covid con un fatturato in flessione del 25.4% e un Mol che è sceso del 42%. La società tuttavia mostra un profilo patrimoniale e finanziario di tutto rispetto con un cash to debt ratio dello 0.86 e una interest coverage del 9.17. La società ha una lunga storia di redditività a doppia cifra e quindi ci si può attendere un recupero delle quotazioni nonostante già l’esercizio 2019 sia stato chiuso in diminuzione rispetto agli anni passati.

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