Franco Bechis e il sospetto sull’uso obbligatorio delle mascherine: “Qualcosa non torna, troppe contraddizioni”

La mascherina è diventata un obbligo, almeno fuori dalle mura di casa. A commentare la decisione presa dal governo di Giuseppe Conte per fermare l’emergenza coronavirus c’è Franco Bechis. “Le regole – verga il direttore del Tempo – devono essere rispettate”, premette ma – c’è un ma -, “prima di obbligare qualcuno a un comportamento, bisognerebbe spiegarne nel dettaglio le ragioni e rispondere a possibili obiezioni”.

Tutto questo con i giallorossi non è accaduto: “Sulle mascherine – prosegue Bechis – si è fatta fin dall’inizio una grandissima confusione”. Non solo, perché nessuno ha toccato con mano i protocolli esistenti. Ed ecco che subentra un sospetto: “C’è qualcosa che non torna e che fa pensare che la mascherina venga utilizzata più come arma politica che come efficace strumento sanitario”. La riprova? Ogni mascherina è buona come l’altra. Il direttore del quotidiano romano non può fare a meno di notare che non esistono istruzioni su quale mascherina sia adatta. “Siccome non siamo un popolo di pecore da dominare abbaiando – conclude con un briciolo di rabbia – vorremmo che chi governa prima di obbligare i cittadini a una cosa o a un’altra chiarisse le contraddizioni e spiegasse in modo chiaro”.

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