“Il virus? Creato in laboratorio a Wuhan”. Cosa nascondono queste parole

Il coronavirus? No, non ha origine naturale. È stato creato nel laboratorio di Wuhan, il famigerato centro di ricerca finito sotto i riflettori dell’opinione pubblica per un presunto collegamento con la diffusione della pandemia di Covid. E il governo cinese, nonostante fosse a conoscenza di tutti i pericoli, avrebbe taciuto di fronte alla fuoriuscita dal centro dell’agente patogeno. A sostenere questa ipotesi, tra l’altro già avanzata nei mesi precedenti da varie voci, da Donald Trump a Mike Pompeo, passando per il professor Luc Montagnier, Nobel per la Medicina nel 2008, è Li Meng Yan.

La signorina Li è una dottoressa che ha lavorato presso la Hong Kong School of Public Health, un laboratorio di riferimento in loco per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Quando a dicembre dello scorso anno ha lanciato l’allarme sulla trasmissione da uomo a uomo di un misterioso virus ha raccontato di essere stata messa a tacere dai suoi supervisori. Lo scorso aprile la virologa è così fuggita in America per sensibilizzare il mondo sulla pandemia, secondo il proprio punto di vista.

E il suo punto di vista è chiaro e senza filtri, anche se al momento non è accompagnato da conferme ufficiali: “Il coronavirus proviene dal laboratorio di Wuhan, che è controllato dal governo cinese. Il virus è stato creato lì”. Miss Li è convinta delle sue affermazioni, tanto che si è detta pronta a rilasciare prove inconfutabili sull’effettiva origine in laboratorio del Covid.

Il governo cinese nel mirino

Nel corso di un’intervista rilasciata a Loose Women, un talk show britannico che va in onda sul canale Itv, la dottoressa Li ha spiegato di aver denunciato il governo cinese, accusandolo non solo di essere a conoscenza dell’origine dell’epidemia – poi trasformatasi in pandemia – ma anche di aver nascosto al mondo intero la minaccia sanitaria.

Insomma, la versione del virus creato in laboratorio torna a prendere piede anche se, come detto, non vi sono ancora prove effettive a conferma di ciò. Certo è che le parole della dottoressa sollevano nuovi interrogativi, gli stessi che l’Oms aveva contribuito a sciogliere scagionando la Cina da ogni responsabilità. Anzi: anche varie pubblicazioni scientifiche hanno ribadito che le origini del Sars-CoV-2 sono completamente naturali e che non esistono collegamenti alcuni con la struttura di Wuhan.

Miss Li, parlando da un luogo segreto per ragioni di sicurezza, ha tuttavia annunciato che presto sarà in grado di pubblicare prove della reale natura del virus. Una natura “sintetica”, visto che per la dottoressa l’agente patogeno sarebbe nato nei laboratori dello Hubei, da dove sarebbe poi uscito scatenando il disastro che abbiamo oggi sotto gli occhi. Per quanto riguarda i rapporti secondo cui il nuovo coronavirus avrebbe avuto origine da un wet market di Wuhan, queste informazioni non sarebbero altro che “una cortina di fumo creata dal governo di Pechino per nascondere la vera origine del Covid”. Detto altrimenti, la rivelazione di Li contribuisce a mettere nuove pressioni sulle spalle del governo cinese.

Tra prove e dubbi

I dubbi e le incertezze restano. Miss Li ha assicurato di essere pronta a pubblicare prove inconfutabili a conferma delle sue affermazioni. A quel punto, ha affermato, “tutti, anche chi non è uno scienziato e non ha conoscenze di biologia” sarà in grado di capire che il virus non è nato in natura.

La dottoressa non è una voce nuova, visto che lo scorso luglio aveva già accusato le autorità cinesi di conoscere la pericolosità del virus ma di non aver informato nessuno per paura di possibili rivolte. Accuse pesantissime, che, ripetiamo, al momento restano prive di fondamenti. Come se non bastasse, la virologa ha raccontato che un suo collega era venuto a conoscenza di casi di contagio da uomo a uomo a partire dallo scorso 31 dicembre. Ovvero diverse settimane prima dell’allarme lanciato dalle autorità.

La posizione di Li, data l’incertezza sul Sars-CoV-2, merita di essere presa in considerazione. In ogni caso Yuan Zhiming, direttore dell’Istituto di virologia di Wuhan, ha negato ogni possibile relazione tra la struttura e il virus: “Non è possibile che questo virus provenga da noi”, aveva detto ad aprile Zhiming ai media cinesi. A questo punto non resta che attendere le prove citate dalla dottoressa Li, che avrebbero a che fare con il genoma del virus.

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