“Colpa della cultura fascista…”. Ma il picchiatore è un fan di Fedez

Chiara Ferragni ha fatto un passo avanti nella sua opera di iconificazione, andando oltre il concetto di influencer.

Inserendosi a gamba tesa nella delicatissima vicenda della morte di Willy Monteiro, la bionda cremonese è stata quasi assunta al ruolo di maître à penserOvazione social per lei che ha condiviso un post in cui si parla di “Paese di merda” e in cui si punta il dito contro una presunta “cultura fascista”, che, stando alle parole postate dalla Ferragni, avrebbe armato le braccia di quei quattro ragazzi violenti. Nessun accenno, però, alla simpatia di uno di quei ragazzi per Fedez, suo marito, che per le sue idee è quanto di più lontano ci possa essere dalla cultura di estrema destra.“L’Italia è un paese di m…”. Perché la Ferragni sbaglia

Per Chiara Ferragni non ci sarebbero, quindi, attribuzioni a svariate possibili sub-culture. Non ci sarebbe un problema sociale e culturale alla base di quella immotivata e ingiustificabile violenza contro Willy Monteiro, ma la “cultura fascista” di un “Paese di merda”. Lo stesso “Paese di merda”. Come sempre più spesso accade i fatti di cronaca vengono politicizzati. È quello che è successo anche in questo caso, dove i quattro ragazzi sono stati associati a una “cultura fascista” senza che nessuno di loro abbia mai mostrato vicinanza attiva agli ambienti politici, tanto meno a quelli di destra. Uno di loro, per esempio, aveva alcuni like su Facebook a politici di sinistra.

Sempre sui social uno di quei ragazzi ha dimostrato di apprezzare e stimare Fedez, il marito della Ferragni. Il rapper ha sempre espresso il suo pensiero politico, lontano da qualunque estremismo di destra ma, anzi, tendente a sinistra. Uno dei due fratelli Bianchi, attualmente considerati come i principali responsabili della morte di Willy Monteiro, su Facebook ha il like alla pagina del rapper ma, soprattutto, lo scorso 26 luglio in vacanza a Palmarola si scatenava in barca sulle note di Bimbi per strada. La canzone è una delle ultime pubblicate dal rapper milanese, uno dei maggiori successi di questa estate e il ragazzo la apprezzava al punto da cantarla, ballarla, e pubblicarla nel suo profilo Instagram tra le storie. Da quei pochi elementi che si hanno a disposizione sembra che i riferimenti culturali dei picchiatori non sia certo il fascismo.

il giornale.it

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