“Basta immigrati”. Referendum a Lampedusa: stravince il sì alla chiusura dell’hotspot

Lampedusa, 1 lug – I residenti di Lampedusa non ne possono più degli sbarchi di immigrati e del centro di accoglienza sull’isola e dicono basta al business dell’accoglienza sulla loro pelle. I numeri di un referendum indetto due settimane fa sull’isola parlano chiaro: ben 988 cittadini su 992 consultati chiedono la chiusura dell’hotspot di Lampedusa contro solamente 4 favorevoli al centro per gli immigrati. La consultazione popolare è stata indetta dal Comitato spontaneo cittadino per dare forza a due rivendicazioni “fondamentali per le isole Pelagie: la realizzazione di un ospedale sull’isola e il rispetto immediato dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) a Lampedusa e Linosa – spiegano i responsabili – e la chiusura dell’hotspot e la fine dell’utilizzo di Lampedusa come piattaforma militarizzata per la gestione delle migrazioni“.

“Mai ascoltati dalle istituzioni da trent’anni a questa parte”

I lampedusani non ne possono più e denunciano di non essere mai stati ascoltati dalle istituzioni. “Da trent’anni, a fronte della continua violazione dei diritti più essenziali per la popolazione e per i migranti, Lampedusa viene utilizzata come piattaforma militare, di gestione per le migrazioni da parte dei vari governi nazionali, europei e della Nato. Tutto questo con la complicità delle amministrazioni locali e attraverso una strategia ricattatoria morale ed economica, ai danni della popolazione locale”, conclude la nota del Comitato che rivendica il diritto di intervenire sulla gestione dell’emergenza immigrazione.

“Chiudere il centro, alimenta il business dell’accoglienza”

L’altro quesito del referendum parla chiaro, d’altronde. Ai lampedusani è stato chiesto se fossero favorevoli alla “regolarizzazione dei canali di ingresso nei Paesi membri dell’Unione europea con conseguente svuotamento delle rotte clandestine e del business criminale del traffico di carne umana”. Ebbene il risultato è stato di 992 voti favorevoli e zero contrari. In tal senso, l’hotspot va smantellato quanto prima. Secondo gli organizzatori del comitato, è la presenza del centro immigrati sull’isola a fare aumentare i numeri degli sbarchi. “Non sono arrivi spontanei, spesso sono prelievi in mare che sì salvano persone, ma servono a riempire il centro e alimentare il business dell’accoglienza“, fanno presente. “Abbiamo avuto il primo sbarco nel 1992, perché i tunisini che non potevano più prendere un aereo erano costretti a viaggiare sui barconi. Per diverso tempo abbiamo avuto un migliaio di sbarchi l’anno, poi con l’apertura del centro di permanenza temporanea ne abbiamo avuti 10mila. E’ un business che avviene sulla pelle dei migranti, trattati come merce”, è la denuncia del comitato.

L’hotspot dell’isola è strapieno e gli sbarchi non si fermano

La situazione nell’isola è insostenibile: solo ieri gli immigrati sbarcati sono stati 116. L’hotspot è strapieno: a fronte di una capienza di circa 90 persone vede già la presenza di circa 200 immigrati. Nella notte la Ocean Viking della Ong Sos Mediterranee ha caricato a bordo 16 clandestini a 40 miglia nautiche a sud di Lampedusa, seguendo le istruzioni del Centro di coordinamento di salvataggio maltese. Allo stato attuale sono 180 gli immigrati irregolari a bordo della nave Ong, che potrebbe far rotta proprio per la solita isola.

Adolfo Spezzaferro

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