Giuseppe Conte interrogato a Bergamo: “Tre giorni fermi ad aspettare”, i militari inchiodano il governo

Domani Giuseppe Conte sarà davanti ai pm di Bergamo, che indagano sulla mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. Il premier ostenta sicurezza, ma filtra una certa preoccupazione da Palazzo Chigi per l’audizione in procura. In particolare si attende la versione di Conte sui quasi 400 uomini tra carabinieri, polizia, guardia di finanza ed esercito che erano stati mobilitati e inviati sul posto e che hanno atteso invano per giorni l’ordine di sbarrare la Val Seriana. Cosa che è stata fatta soltanto lunedì 9 marzo, quando tutta la Lombardia è diventata zona rossa.

Ma già nella serata di giovedì 5 tutto sembrava essere pronto: secondo la ricostruzione de Il Giornale, un contingente di forze dell’ordine era stato inviato e i rinforzi erano attesi il giorno successivo, mancava solo l’ordine definitivo dei superiori. Che però non è mai arrivato, nonostante proprio il 5 marzo il comitato tecnico scientifico aveva scritto una nota per Palazzo Chigi in cui riteneva opportuno un provvedimento per inserire Alzano e Nembro nella zona rossa. “Dovevano dividerci in piccole squadre da tre uomini – svela una fonte delle forze dell’ordine a Repubblica – e disporci sul territorio agli ingressi dei due comuni. Alle 21.30, dopo una giornata di attesa, non arrivando disposizioni, ci dicono di rientrare. Ognuno nelle proprie caserme. Ma ci ordinano di restare pronti eventualmente per la mattina dopo”. Poi però tutti i quasi 400 uomini resteranno nelle loro stanze fino al 9 marzo, quando l’Italia diventerà zona protetta: “Siamo stati tre giorni in albergo ad attendere notizie su come doveva essere svolto il servizio – riferisce a Il Giornale un appuntato mobilitato sul posto – tutti fermi in hotel ad aspettare”. Probabilmente il premier saprà spiegare il perché davanti ai pm di Bergamo. 

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