“Si scrive plexiglas”: Salvini corregge la Azzolina. Figuraccia per il ministro dell’Istruzione

Roma, 9 giu – “Galeotto fu il plexiglass e chi lo scrisse…”. Così, parafrasando il Sommo Poeta, si rende al meglio lo scontro social tra Matteo Salvini e Lucia Azzolina, tutto consumato per l’appunto su come si scrive la parola “plexiglas”. Il leader della Lega peraltro ha avuto la meglio sul ministro dell’Istruzione, il che la dice lunga sulla preparazione della 5 Stelle. Ma la Azzolina è “somara e presuntuosa”, come si suol dire. Visto che ha pure provato a correggere Salvini.

Tutto è nato con le “gabbie in plexiglas”

Tutto è iniziato con le famigerate “gabbie in plexiglas“, i divisori che erano stati ipotizzati per distanziare i banchi degli alunni una volta rientrati in classe e che sono stati bocciati praticamente da tutti come un obbrobrio improponibile. Ebbene, Salvini pubblica un video di una madre contro le misure giallofucsia su Twitter e scrive: “Le follie del governo sul decreto Scuola: lo sfogo di una mamma, e come lei tante famiglie in tutta Italia che chiedono sorrisi e speranza per i loro figli, non il plexiglas. Non è questo il futuro da dare agli studenti. #AzzolinaBocciata”.

Immediata la replica del ministro dell’Istruzione: “Non hai letto il decreto (non è una novità), fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si scrive ‘plexiglass’ – è l’attacco della Azzolina, che scrive la parola con due “s” finali – Essere bocciata da te è una promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza”.

Ha ragione Salvini: si scrive “plexiglas”

Ma ha ragione Salvini: si scrive “plexiglas”, che è il nome del marchio registrato del vetro acrilico infrangibile prodotto per la prima volta nel 1932 in Germania da Otto Rohm. Termine che per estensione è diventato comunemente il nome del materiale. A tal proposito il sito del produttore del Plexiglas ci tiene a precisare che sebbene oggi i vetri acrilici siano comunemente chiamati in inglese “plexiglass” – con due “s” finali” – il Plexiglas è il nome di un materiale ben preciso, da non confondere con gli altri. Insomma, all’invenzione di Rohm è toccata la stessa sorte di altri nomi comuni che vengono da marchi registrati, come i “kleenex” o il “thermos”.

Il leader della Lega torna all’attacco: “Anche oggi #Azzolinabocciata”

E infatti stamattina il leader della Lega è tornato ad attaccare la Azzolina, stavolta su Facebook, scrivendo: “Con tutti i problemi che ha la scuola e i disastri che sta combinando il governo, vuole fare la maestrina e mi attacca pubblicamente per come ho scritto “plexiglas”… Ma a sbagliarsi è lei, perché si scrive proprio così. Se questo è un ministro dell’Istruzione… Anche oggi: #Azzolinabocciata”.

Una curiosità, stamattina l’hashtag “plexiglas” è nella Top 5 del giorno (e se cercate sui dizionari della lingua italiana online la parola con due “s” finali non la trovate, perché non esiste). Una parola che il ministro dell’Istruzione – ne siamo certi – d’ora in poi non sbaglierà più.

Adolfo Spezzaferro

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