Non si fermano gli sbarchi: 135 migranti approdati a Lampedusa

Non accenna a diminuire la pressione migratoria sull’isola di Lampedusa: nella serata di mercoledì infatti, un nuovo barcone con 135 migranti a bordo è approdato lungo le coste della più grande delle Pelagie.

Si tratta di uno degli sbarchi più importanti, anche in termini numerici, degli ultimi mesi e che ha coinvolto le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Gli uomini delle forze dell’ordine, in particolare, hanno iniziato quando già era buio le operazioni di soccorso che ha poi condotto i 135 migranti all’interno del porto di Lampedusa.

Qui tutti sono stati provvisoriamente ospitati sul molo Favarolo, la parte dello scalo lampedusano che da anni accoglie le persone arrivate dal Mediterraneo. E adesso Lampedusa sta rischiando di ripiombare nuovamente nei giorni più bui di questo 2020, in cui tra marzo ed aprile è stata costretta a fronteggiare l’emergenza migratoria assieme a quella sanitaria legata all’epidemia di coronavirus.

Il locale centro di accoglienza attualmente ospita 116 migranti, dieci in più della capienza della struttura. Tutte le persone all’interno dell’edificio stanno effettuando il loro periodo di quarantena, imposto per gli ovvi motivi riguardanti l’emergenza sanitaria. Dunque, è impossibile portare nel centro di accoglienza situato in contrada Imbracola altre persone.

Allo stesso tempo però, risulta difficile trasferire i migranti a bordo della nave Moby Zaza, il mezzo inviato in Sicilia per ospitare le persone sbarcate che devono trascorrere il periodo di quarantena. Attualmente la nave si trova in rada di fronte le coste di Porto Empedocle, dunque nell’immediato non è semplice raggiungerla. Inoltre, a bordo ci sono già altri migranti e l’aggiunta dei 135 sbarcati ieri sera potrebbe portare alla saturazione dei posti disponibili. La nave infatti complessivamente potrebbe ospitare 250 migranti in cabine singole.

La situazione quindi non appare di facile risoluzione. Anche perché proprio la Moby Zaza è al centro di numerose polemiche da quando, nella notte tra martedì e mercoledì, un ragazzo tunisino si è lanciato dalla nave. Forse un tentativo di fuga od un gesto dettato da altre ragioni, il giovane è stato purtroppo ritrovato senza vita nelle ore successive scatenando le reazioni soprattutto delle Ong.

Queste ultime, tra cu la tedesca Sea Watch, hanno definito la Moby Zaza una vera e propria “prigione”, criticando duramente il governo italiano per la scelta di far trascorrere la quarantena dei migranti a bordo di un’unità navale. Dal canto suo, l’8 aprile scorso il governo di Roma ha ufficialmente dichiarato “non sicuri” i porti italiani per via dell’emergenza coronavirus. Intanto però si continua a sbarcare e Lampedusa, ancora una volta, è specchio del problema legato al fenomeno migratorio che in estate potrebbe definitivamente esplodere.

il giornale.it

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